I dati sulla distribuzione nell'anno scolastico 2013-2014 dei 207.244 alunni disabili, pari al 2,6% del totale degli alunni iscritti, attestano una loro maggiore presenza nella ripartizione settentrionale del Paese, dove si concentra il 38% del totale, seguita dal Sud e isole (35,6%) e infine dal Centro, dove la percentuale e' del 19,9%. E' quanto emerge dal rapporto del Censis 2013. Tre sono le regioni in cui si raggiunge o si supera quota 10%: Campania (10%), Lazio (11%) e Lombardia (14,8%), seguite dalla Sicilia, dove tale soglia viene solo lambita (9,7%). Il Lazio (parimenti con l'Abruzzo) si caratterizza, inoltre, come la regione in cui piu' alta e' l'incidenza di alunni con disabilita'. I dati sull'incidenza della disabilita' per livello scolastico evidenziano, infine, una crescita di tale indicatore con il procedere del percorso di scolarizzazione, rilevabile in particolare nel passaggio dalla scuola dell'infanzia (1,4%) a quella primaria (3%) e, piu' ancora, a quella secondaria di I grado (3,8%). Dal rapporto tra il numero totale degli alunni e i posti riservati agli insegnanti di sostegno nell'organico risulta che nel corrente anno scolastico il numero medio di alunni con disabilita' per docente e' pari a 2. Il 47,1% dei dirigenti scolastici interpellati dal Censis ha dichiarato che nel proprio istituto l'integrazione degli alunni con disabilita' non e' un problema, mentre per il 29,3% (in particolar modo nelle scuole del Centro Italia, 35,6%) e' un problema in via di risoluzione. Tuttavia, ancora per quasi un dirigente su quattro (23,6%) tale processo resta un problema di difficile soluzione. Se la scarsita' degli insegnanti di sostegno in rapporto all'utenza e' annoverata tra gli impedimenti da circa il 70% dei rispondenti al Nord, al Centro e al Sud e isole, le difficolta' di raccordo tra la scuola e la rete dei servizi sul territorio sono denunciate soprattutto dai dirigenti scolastici delle regioni meridionali e insulari (50,5%), mentre l'inadeguata specializzazione dei docenti di sostegno in misura maggiore da quelli che operano al Nord (34,5%)
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