"Ennesima bocciatura per la Regione Abruzzo in materia di caccia". Lo dice il Wwf in riferimento al pronunciamento della Corte Costituzionale che, con la sentenza (310/2012) ha bocciato la Legge Regionale 43/2011 con la quale il Consiglio regionale aveva prorogato a gennaio la caccia al cinghiale. Il Wwf annuncia anche il ricorso alla magistratura contabile. "La Corte Costituzionale - spiegano gli ambientalisti - ha censurato sia la procedura seguita, per aver approvato la norma con legge regionale e non con atto amministrativo di giunta, sia i contenuti della stessa in quanto si e' prorogata la caccia al cinghiale oltre i limiti previsti dalla norma nazionale". Dante Caserta, vicepresidente nazionale del Wwf, commenta che "ormai abbiamo difficolta' a tenere il conto delle bocciature rimediate davanti ai giudici da parte di questa amministrazione regionale. Siamo a due sentenze delle Corte Costituzionale su altrettante leggi, cinque pronunce del Tar sui calendari venatori, una ordinanza del Consiglio di Stato. Ormai ci rimane un'ultima strada giudiziaria da percorrere, quella della Corte dei Conti a cui presto invieremo un dossier su tutta la materia. Riteniamo che chi ripetutamente stravolge le leggi per favorire i cacciatori a scapito della tutela della fauna selvatica deve risponderne direttamente anche perche' impegna le strutture e i funzionari che hanno un costo sostenuto da tutta la collettività"
"Alcune associazioni farebbero bene a documentarsi e comprendere tutti i passaggi amministrativi e burocratici prima di diffondere notizie non corrispondenti alla realtà e fare solo demagogia di parte. Tengo innanzitutto a precisare che la legge in questione non è di iniziativa né di questo Governo regionale né del mio assessorato ma di alcuni consiglieri regionali di entrambi gli schieramenti e nello specifico i firmatari sono Sospiri, Chiavaroli e Di Matteo (Pdl) e Ruffini (Pd). Pertanto una iniziativa legislativa presentata il 26/07/2011 e votata in Consiglio regionale il 29 novembre 2011 anche dal Partito Democratico e altri componenti dell'opposizione". Cosi risponde l'assessore Mauro Febbo alle dichiarazioni del WWf dopo aver appreso la sentenza.
"Nel merito voglio - rimarca l'assessore alle Politiche della Caccia - informare che la normativa bocciata dalla Corte costituzionale è una iniziativa di alcuni consiglieri di minoranza che hanno presentato l'anno scorso una proposta di legge per la regolamentazione dell'attività venatoria. Invito pertanto il WWF a studiare la differenza tra gli organi della Regione quali la Giunta e il Consiglio. Posso garantire che la Direzione, lo sottolineo ancora una volta, si è sempre scrupolosamente attenuta alle indicazioni dei documenti della Comunità Europea (key concepts e Guida alla Disciplina sulla caccia della Commissione europea)"
"Voglio anche ricordare che le altre sospensive del Tar (riguardanti le date di chiusura della caccia per alcune specie) sono provvedimenti di sospensione cautelare e non di condanna da parte del TAR poiché si è manifestato, a giudizio del tribunale, non una adeguata motivazione la scelta di discostarsi dalle prescrizioni ISPRA. A tal riguardo voglio precisare che le date fissate dal calendario della Regione Abruzzo erano perfettamente coerenti con le indicazioni scientifiche a livello europeo, mentre l'organo scientifico nazionale di riferimento, l'ISPRA, fissa date e periodi più restrittivi, ai quali comunque la Regione ha provveduto ad adeguarsi".
"Invece - conclude l'assessore Mauro Febbo - le associazioni volutamente tacciono su quelle che sono state le vittorie di questo Governo regionale in materia di gestione faunistico venatoria come, ad esempio, l'attivazione dell'OFR (Osservatorio Faunistico Regionale), con la partecipazione e il plauso delle massime autorità scientifiche in materia e la ripresa dei lavori per l'attuazione del PATOM (Piano di Azione per la Tutela dell'Orso Marsicano) nell'ambito dell'azione B1 (Gestione dell'attività venatoria)"
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