Due lettere anonime e una telefonata da una persona che si fa chiamare "amico della nonnina" avrebbero raggiunto la famiglia di Roberto Straccia, lo studente universitario di 24 anni, scomparso lo scorso 14 dicembre da Pescara e poi trovato morto su una scogliera di Bari.
La notizia sarebbe stata rivelata questa mattina da "Il Resto del Carino". Le lettere, che sarebbero state spedite alla casa di Moresco della famiglia Straccia, farebbero riferimento ad una persona, al corrente di quanto accaduto veramente a Roberto e che ora rischierebbe la vita, perchè in possesso di informazioni utili a smascherare l’assassino dello studente.
Nella prima lettera si legge: "A Mario Straccia papà del povero Roberto Straccia. Sono in grado di poterle dare un valido indizio: Roberto non si è suicidato, né tanto meno si è sentito male! Se anche fosse, un corpo che galleggia dal porto di Pescara o dalla spiaggia, non può arrivare a Bari. Ma lei mi crederà? Le dico questo in quanto tempo fa ho inviato uno scritto a Roberto Mestichelli (e non solo a lui) cugino di Irina Lucidi, ma nessuno ne ha parlato. Forse l’hanno ritenuta una bufala".
Irina Lucidi, di origini ascolane, è la madre delle gemelline svizzere di 6 anni scomparse il 31 gennaio del 2011 mentre si trovavano con il padre Matthias Schepp, poi morto suicida il 3 febbraio alla stazione di Cerignola.
La seconda lettera contiene invece riferimenti più precisi: "Amici Straccia, non sono sposato, non convivo, non ho figli, ma capisco che si prova quando si perde una parte della vita. Ogni giorno lo vivo nella pelle. I genitori mi dicono sempre: stai attento. La famiglia Lucidi di certe situazioni ne era al corrente. Faccio l’autotrasportatore tra noi c’è sempre qualcuno che vede o da voci sa. Il buon Roberto un giorno ha visto qualcosa che non doveva. Da voci so che c’è una persona che sa molte cose e credo di aver capito chi è. Qui finisce che ci scappa un altro morto".
Il papà del ragazzo ha consegnato ieri mattina le lettere ai carabinieri di Monterubbiano, raccontando loro anche della telefonata ricevuta dalla moglie, dal fantomatico camionista che ha tentato di dirle qualcosa, a cui la donna ha risposto che prima avrebbe dovuto farsi riconoscere, altrimenti non ci avrebbe parlato.
Intanto la Procura di Bari, che a luglio a chiesto una proroga di sei mesi nelle indagini, si è messa alla ricerca dell'autore delle lettere.
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