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Pubblicato il 17/02/2013 15:03

Crollo casa dello studente a L'Aquila, 4 condanne

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Stabilita una provvisionale di 2 milioni di euro

Tre condanne a quattro anni di reclusione e una condanna a due anni e sei mesi. Questo il verdetto emesso dal Gup del Tribunale dell'Aquila, Giuseppe Grieco per il crollo della Casa dello studente dell'Aquila, simbolo della maxi inchiesta sul terremoto del 6 aprile 2009. Quattro assolti perche' il fatto non sussiste e due per non luogo a procedere.
Le condanne a 4 anni di reclusione riguardano Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rossicone, tecnici autori dei lavori di restauro del 2000. Mentre due anni e mezzo sono stati inflitti a Pietro Sebastiani, tecnico dell'Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu). Assoluzione invece per Luca D'Innocenzo, presidente Adsu dell'epoca, Luca Valente, nel 2009 direttore Adsu, Massimiliano Andreassi e Carlo Giovani, tecnici autori di interventi minori. Non luogo a procedere su Giorgio Gaudiano, che negli anni '80 ha acquisito la struttura da un privato per conto dell'Ateneo aquilano, e Walter Navarra, che ha svolto lavori minori in passato.

Secondo l'accusa, i lavori avrebbero ulteriormente indebolito il palazzo, che gia' presentava vizi costruttivi all'epoca della sua edificazione negli anni '60. Circostanza confermata dal perito del tribunale, Maria Giovanna Mulas, docente del Politecnico di Milano, che ha redatto una relazione di 1.300 pagine. Gli indagati per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni erano inizialmente 15, quattro dei quali deceduti. Poi la posizione del progettista Claudio Botta, 92 anni, e' stata stralciata. Dei rimanenti dieci, otto ad aprile 2012 sono stati ammessi al rito abbreviato. Si tratta di Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rossicone, Pietro Sebastiani, Luca D'Innocenzo, Luca Valente, Massimiliano Andreassi e Carlo Giovani. Avevano invece aderito al rito ordinario Gaudiano e Giovani
Pace, Centofanti, Rossicone Sebastiani, sono stati condannati anche all'interdizione di cinque anni dai pubblici uffici. Gli stessi sono stati condannati a risarcire una provvisionale di circa 2 milioni di euro alle parti civili, alle famiglie degli otto studenti universitari morti nel crollo della palazzina di via XX Settembre

"Ero convinto di quello che avevo chiesto, sono soddisfatto". Lo ha detto il pm titolare dell'inchiesta Fabio Picuti, subito dopo la lettura del dispositivo della sentenza emessa dal Gup del Tribunale dell'Aquila, Giuseppe Grieco che ha accolto in pieno le richieste avanzate dall'accusa

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E' attesa per oggi la sentenza sulle cause del crollo della casa dello studente di via XX Settembre all'Aquila nella notte del 6 aprile 2009. In quel crollo persero la vita otto studenti e il luogo dove sorgeva l'edificio è uno dei simboli della città ferita dal terremoto.

Gli imputati sono undici persone ritenute responsabili secondo l’accusa, del pm Fabio Picuti, di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro. Sono Walter Navarra, Giorgio Gaudiano, Massimiliano Andreassi, Carlo Giovani, Berardino Pace, Pietro Centofanti, Tancredi Rossicone, Pietro Sebastiani e Luca Valente.

Il processo ha vissuto uno dei suoi momenti clou nella relazione del super perito del Politecnico di Torino, Gabriella Mulas che nelle sue 1300 pagine, ha spiegato al giudice Giuseppe Grieco, quali sarebbero state le cause che hanno comportato il crollo del plesso universitario.

«Il terremoto del 6 aprile non è stata unica causa che ha comportato il crollo della Casa dello studente» esordì così la professoressa Mulas per la quale «il terremoto è risultato compatibile con le regole di costruzione dell’epoca, ma se l’edificio fosse stato sistemato, adeguato, curato negli anni in relazione alle leggi che si sono succedute, lo stabile non sarebbe crollato».

Il pm Picuti ha chiesto quattro anni di reclusione per Carlo Giovani, Bernardino Pace, Pietro Centofanti, Tancredi Rossicone, Massimiliano Andreassi, Pietro Sebastiani, Luca Valente e Luca D’Innocenzo, tutti imputati che hanno chiesto il rito abbreviato ed assoluzione invece per Giorgio Gaudiano e Walter Navarra, che avevano deciso di proseguire per il rito ordinario, proprio per la loro posizione marginale, nel crollo dello stabile universitario.  Pace, Centofanti (ex sindaco di Sulmona) e Rossicone sono i progettisti che nel 2000 seguirono i lavori di ristrutturazione dell edificio di via XX Settembre, mentre Sebastiani e' il funzionario tecnico dell Azienda per il diritto allo studio universitario chiamato a vigilare sulla sicurezza della struttura e sui lavori di adeguamento. Nel processo con rito abbreviato il pm ha chiesto invece l'assoluzione per Luca Valente, direttore Adsu, Luca D'Innocenzo, all'epoca dei fatti presidente Adsu, carica dalla quale si dimise cosi' come lascio' quella di assessore comunale dopo il coinvolgimento nell inchiesta. Assoluzione chiesta anche per Carlo Giovani e Massimiliano Andreassi, due tecnici che curarono lavori di scarso rilievo.

Nel processo sul crollo della Casa dello studente, oltre al rito abbreviato, si e' svolta l'udienza preliminare per due degli undici imputati per i quali il pm ha chiesto il non luogo a procedere "per non aver commesso il fatto". Si tratta di Valter Navarra, tecnico che ha curato lavori minori, e Giorgio Gaudiano, funzionario dell Ex opera universitaria, attuale Adsu, che negli anni Ottanta segui' per conto dell Ateneo l'acquisto della struttura da privati. La posizione dell'undicesimo imputato il progettista Claudio Botta, 92 anni, era stata stralciata per i suoi problemi di salute. Infine, il pm ha chiesto di non procedere per quattro imputati nel frattempo morti, tecnici e costruttori della struttura negli anni Sessanta. La giornata odierna e' incentrata sulle arringhe difensive, prevista una breve contro replica del pm. 

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