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Pubblicato il 05/10/2012 23:11

Dialisi domiciliare, dati positivi per l'Abruzzo

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Gli esperti: "Terapie migliori per il paziente e risparmi consistenti"

Chi riceve un trapianto di rene e in precedenza si era sottoposto alla dialisi domiciliare invece che alla emodialisi ospedaliera ha un tasso di sopravvivenza maggiore. Lo dimostra uno studio pubblicato sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology, citato da Giovanbattista Capasso, presidente eletto della Societa' Italiana di Nefrologia (Sin) nel corso del Congresso nazionale della societa' scientifica in svolgimento a Milano.

In Italia la metodica della dialisi domiciliare (peritoneale) non arriva al 10% dei pazienti in dialisi, anche se coloro che potrebbero accedervi sono il 30% (fino al 40% nei pazienti di nuovo arrivo). Per la domiciliare, se pur la media e' il 9%, in Italia le differenze sono grandi: ci sono regioni virtuose, come Abruzzo, Veneto, Marche, Liguria e Lombardia che sono sopra la media (il Veneto e' al 20%), e altre, come Lazio, Trentino Alto Adige e Sardegna al di sotto (il Trentino e' al 5%, la Sardegna al 6).

'Nei prossimi cinque anni – afferma Capasso – ci proponiamo di raddoppiare l'utilizzo di questa metodica, che dovrebbe cosi' passare dal 9 al 18%'.

Per il paziente, secondo gli studi citati, sottoporsi alla dialisi domiciliare e' estremamente vantaggioso anche dal punto di vista della qualita' della vita: invece di doversi recare tre volte alla settimana in ospedale per quattro ore, puo' sottoporsi alla depurazione del sangue a casa propria, nel corso della notte durante il sonno.'Ma c'e' anche un grande vantaggio anche economico – aggiunge l'esperto – perche' la dialisi domiciliare costa il 30-40% in meno. Oggi, per trattare i circa 50 mila pazienti in dialisi si spendono 2 miliardi e 350 milioni di euro l'anno. Da queste cifre si comprende come raddoppiare o triplicare la quota di coloro che fanno la domiciliare, sarebbe un risparmio di non poco conto'. La tecnologia oltretutto potrebbe aiutare molto. Oggi e' infatti disponibile la tele-videodialisi, un apparecchio simile a un iPad che mette in contatto il paziente con l'ospedale.

'Durante il collegamento – spiega Capasso – l'infermiera rileva peso, pressione, edemi, eventuali infezioni, l'orifizio del catetere e la glicemia nei diabetici'. Non solo: la teledialisi permette di sorvegliare piu' pazienti contemporaneamente (anche quelli non autosufficienti) durante la preparazione e l' esecuzione delle procedure dialitiche, garantendo che non si commettano errori. 

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