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Pubblicato il 26/03/2014 17:05

Discarica Bussi, Di Tizio (Wwf): relazione Iss passo avanti per la verità

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"Un passo in avanti verso l'accertamento della verita'": e' questo il primo commento del presidente del Wwf Abruzzo Luciano Di Tizio dopo la pubblicazione di brani significativi della relazione dell'Istituto superiore di sanita', datata 30 gennaio 2014, depositata durante il processo di Bussi in Corte d'Assise a Chieti dall'avvocatura dello Stato. In un passaggio si ribadisce, questa volta con i crismi di una autorevole relazione scientifica che "l'acqua contaminata e' stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700 mila persone senza controllo e persino a ospedali e scuole" e che "la qualita' dell'acqua e' stata indiscutibilmente, significativamente e persistentemente compromessa".

"E' quello che il Wwf sostiene da anni: in tutti in comuni della vallata, compresi due capoluoghi di provincia, Chieti e Pescara - afferma Di Tizio - e' stata erogata almeno dal 2004 e forse anche da prima e sino al 2007 acqua contaminata senza che nessuno si prendesse la briga di avvertire la popolazione. Mi viene da pensare che senza le nostre denunce si rischiava di proseguire nel silenzio chi sa sino a quando. Va tuttavia chiarito che i dati dello studio Iss si riferiscono a campionamenti effettuati nel 2007 e che fotografano la situazione di allora. Nel 2007, anche grazie alle nostre denunce, i pozzi Sant'Angelo, quelli contaminati, vennero chiusi. Per l'acqua potabile vennero scavati altri pozzi, tuttora in esercizio, a monte della zona inquinata. Quindi il problema e' l'acqua che abbiamo inconsapevolmente bevuto allora, non quella che gli acquedotti ci forniscono oggi. Resta da accertare se questo abbia comportato danni per la salute della popolazione, in particolare per le fasce a rischio: chiediamo da anni una indagine epidemiologica in tutta la vallata, per ora purtroppo invano".

La relazione dell'Iss attribuisce chiaramente la situazione allo "svolgersi di attivita' industriali di straordinario impatto ambientale in aree ad alto rischio per la falda acquifera e per le azioni incontrollate di sversamento".

 

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