Continuano i commenti relativi alla sentenza di condanna in primo grado dei membri della Commissione Grandi Rischi. A parlare è il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, a margine di un convegno a Genova sulla tutela del territorio. "Se sono stati condannati perche' non hanno fatto una previsione esatta, questo e' assurdo" ma se "i giudici hanno ritenuto che la commissione ha dato indicazioni sbagliate - ha commentato - probabilmente la sentenza e' di nuovo un errore, perche' le indicazioni devono essere date dalle amministrazioni competenti".
"Non ho capito quali sono le motivazioni della condanna - ha aggiunto il ministro dell'Ambiente - e veramente le voglio leggere. Se" i membri della commissione Grandi rischi "sono stati condannati perche' non hanno fatto una previsione esatta - ribadisce Clini - questo e' assurdo. Se questa e' la motivazione, tutti quelli che stanno protestando a livello internazionale contro l'Italia hanno soltanto ragione. Voglio capire. Se invece - prosegue - il problema e' nel rapporto tra le indicazioni che da una commissione scientifica e le decisioni che devono essere prese dalle amministrazioni competenti ovvero dalla politica, allora su questo bisogna lavorare" perche' "c'e' la possibilita' che la condanna faccia riferimento al fatto che questa commissione si e' assunta un ruolo che invece avrebbe dovuto essere assunto dalla politica. Se si ritiene che gli esperti che fanno le previsioni devono anche assumersi la responsabilita' di cosa bisogna fare, questo e' un errore. Non sono gli scienziati che devono dire al governo o ad una amministrazione locale cosa deve fare. Gli scienziati dicono cosa puo' succedere. Il tema centrale - ha ribadito il ministro dell'Ambiente - e' qual e' il rapporto tra le commissioni, questa e altre, che sono di consulenza per il governo e il livello delle decisioni. Noi dobbiamo assicurare alle commissioni, che esprimono il loro parere, la liberta' di poterlo fare, assumendoci la responsabilita' di prendere decisioni e - ha concluso - eventualmente di sbagliare".
La Giunta sezionale abruzzese dell'Associazione nazionale magistrati intende esprimere "la propria piena solidarieta' ai magistrati aquilani (pubblici ministeri e giudice monocratico) titolari del processo sulla 'commissione grandi rischi' a seguito delle plurime reazioni, talune scomposte e offensive, registrate sugli organi di informazione". Lo scrive, in una nota, il presidente della Giunta David Mancini. - "Ancora una volta - prosegue la nota - si rileva come le critiche ai provvedimenti giudiziari sono legittime e talvolta costruttive, ma le offese ai magistrati, spesso profferite senza neanche conoscere il merito del processo, non sono accettabili e devono essere respinte. Peraltro, nel caso in esame, osserva Mancini - non si conoscono neanche le motivazioni della sentenza, che potra' essere eventualmente confermata o censurata nei successivi gradi di giudizio, cosi' come prevedono le leggi vigenti".
"Dopo il danno, anche la beffa. Infatti dopo il tragico danno della Commissione Grandi Rischi e della Protezione Civile che qui l'aveva mandata per rassicurarci, adesso la beffa di una parte della comunita' scientifica avallata dalla brutta politica e dalla brutta informazione".Lo afferma, in una nota, l'assessore al Comune dell'Aquila, Stefania Pezzopane. "Il processo alla Commissione Grandi Rischi e la sentenza emanata - dice - sono atti specifici volti all'accertamento dei fatti che avvennero a L'Aquila prima del terremoto. Nessuno e tanto meno il Comune dell'Aquila che si e' costituito parte civile, ha mai avuto intenzione di processare la scienza. Piuttosto ci interessa accertare atti e responsabilita' di quei componenti della Commissione Grandi Rischi che a L'Aquila e' venuta, non purtroppo per indagare il fenomeno che da mesi colpiva il territorio, bensi' per obbedire al comando del capo della Protezione Civile Bertolaso che in una intercettazione telefonica con l'assesore Stati, pubblicata mesi fa sul sito di Repubblica, affidava agli scienziati il solo scopo di fare esclusivamente 'un'operazione mediatica' e 'tranquillizzare la gente' . Bertolaso e Stati - sempre secondo l'assessore - convennero su questa necessita' e non ci furono voci di scienziati a rompere quel micidiale schema utilizzato, non per conoscere e informare ma per rassicurare. La comunita' scientifica e quei politicanti da strapazzo che insorgono contro questa sentenza, nulla sanno degli atti processuali e non aspettano, come sarebbe giusto e rigoroso, di vedere le motivazioni della sentenza, ma piu' comodamente usano la metafora ideologica e davvero poco razionale del 'processo alla scienza'. Mi sarei aspettata dalla comunita' scientifica una presa di distanza dai comportamenti di quei 'cosiddetti scienziati' che, invece di comportarsi da tali, hanno piuttosto assecondato il bisogno politico della rassicurazione, invece del bisogno scientifico dell'informazione".
"Quando un giudice condanna un medico che per negligenza o imperizia ha prodotto menomazioni o morte ad un paziente, e' forse un processo alla medicina? O non e' molto piu' semplicemente il processo a quel medico negligente e incapace? Quando si processa un politico che ruba e lo si condanna giustamente, non e' semplicemente il processo a quel politico e alle sue ruberie e non un processo alla politica? I medici competenti e i politici onesti ringraziano i giudici che condannano incapaci e disonesti. Questa coraggiosa sentenza - prosegue la nota - rende un po' di giustizia agli aquilani truffati prima e dopo il terremoto ed ingannati in maniera vergognosa. Il terremoto dell'Aquila non poteva essere previsto, ma a noi aquilani non e' stato detto questo, e' stato detto esattamente il contrario, ovvero che non era prevedibile in quel dato momento un terremoto grave e che lo sciame sismico era un fenomeno di scaricamento dell'energia, cioe' un elemento positivo e tranquillizzante. Come puo' allora una comunita' scientifica preferire una difesa ad oltranza di chi e' condannato, invece di difendere la scienza dall'oltraggio delle interferenze della brutta politica che in quella circostanza e forse anche in altre hanno usato commissioni, comitati per fini che nulla c'entrano con l'informazione scientifica? Ben vengano allora le dimissioni. Si troveranno sicuramente altri scienziati animati da amore per la scienza e per la buona informazione per farne parte. La Commissione Grandi Rischi in occasione del terremoto dell'Emilia Romagna si e' comportata molto diversamente, cosi' come la Protezione Cilvile in piu' di un'occasione dopo il 6 aprile ha lanciato allarmi meteo, addirittura invitando la popolazione a non uscire di casa. Non mi sembra che quegli allarmi abbiano prodotto se non qualche disagio, gravi ripercussioni. A L'Aquila sarebbe bastato non negare l'evidenza. Mentre nella citta' ferita, dopo le rassicurazioni, si sono contati 309 morti e migliaia di feriti. Ma l'Aquila pur truffata ed ingannata non si arrende", conclude Stefania Pezzopane.
"E' veramente un Paese strano. Ieri hanno condannato sette componenti della Commissione Grandi Rischi che si sono occupati del terremoto dell'Aquila, ma nessuno si e' posto il problema di condannare gli amministratori che consentono, prima ancora degli speculatori, quotidianamente di costruire in spregio alle normative vigenti in aree sismiche, idrogeologiche e vulcaniche". Cosi' il coordinatore nazionale del Psi, Marco Di Lello, ha commentato il possibile blitz del Pdl in Senato per imporre la discussione in Aula, fra una settimana, del disegno di legge Nitto Palma che introdurrebbe di fatto un nuovo, generalizzato condono edilizio. "Una sentenza che e' una specie di conferma di impunita', un messaggio che i soliti noti del Pdl hanno inteso come via libera per riprovare a fare l'ultimo favore agli abusivisti della Campania. Una schifezza - conclude l'esponente socialista - che mi auguro un parlamento oramai in scadenza vorra' evitare agli italiani".
********************************
"Il rischio e' che si sia affermato il principio che non e' ammesso il dubbio in una valutazione scientifica". Parole del ministro dell'Ambiente Corrado Clini il giorno dopo la sentenza sul terremoto all'Aquila. "Io credo - aggiunge il ministro in una intervista a Radio 24 - si debba restituire a ogni componente della vita sociale il suo ruolo. Il ruolo della scienza non e' quello della politica e non e' neanche quello dell'amministrazione. Probabilmente c'e' un po' di confusione di ruoli". Gli scienziati danno pareri, la politica decide, dice in sostanza il ministro, che spiega: "La catena di comando dovrebbe essere quella nella quale le istituzioni ricevono gli input dalla scienza, dalle agenzie territoriali, dalla sanita' e, sulla base delle informazioni assumono le decisioni. Che possono anche essere decisioni cautelative che a volte possono apparire esagerate, altre volte sono utili per prevenire i danni".
Un vuoto della politica riempito dalla scienza, insomma. "Questo avviene sempre - prosegue Clini - quando le istituzioni non sono credibili. Quando le istituzioni non hanno autorevolezza c'e' sempre qualcuno che ne prende il posto e questo non e' sano, come stiamo verificando anche a Taranto". "Le istituzioni, che poi sono amministrate in ultima istanza dalla politica, dovrebbero riprendersi la responsabilita' di decidere - conclude Clini a Radio 24 - gli scienziati devono dare le loro valutazioni, dare le loro previsioni e i loro scenari, ma poi e' la politica che deve assumere le decisioni. Io riguardo ai sismi sto dicendo da quando sono ministro che l'Italia e' un paese vulnerabile e che non possiamo aspettare gli eventi per accorgerci che ci sono zone dove non si poteva costruire. Allora, la politica deve assumersi questa responsabilita': che gli standard di costruzione vengano tarati su livelli piu' elevati, e che ci siano aree del nostro paese che vanno non utilizzate".
Gianfranco Fini, presidente della Camera dei Deputati, parlando con i cronisti a Caltanissetta, auspica che la sentenza emessa dal Tribunale dell'Aquila venga corretta nei successivi gradi di giudizio. "Non l'ho letta -afferma Fini- e non mi sono meravigliato che sia una sentenza che sta facendo il giro del mondo perche' e' una sentenza che, con il rispetto per chi l'ha presa, contrasta con un dato scientifico, cioe' che e' impossibile prevedere la gravita' di un sisma. Non a caso stanno discutendo di un terremoto non a caso stanno discutendo di questa sentenza in Giappone come negli Stai Uniti. Mi auguro che venga corretta in secondo grado".
E' "una vicenda drammatica" quella conclusasi ieri con la sentenza di condanna a carico dei sette componenti della commissione Grandi rischi per aver sottovaluto i rischi del forte terremoto poi verificatosi all'Aquila dopo uno sciame sismico durato giorni. Lo afferma il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, rispondendo ai giornalisti a Palermo. "La giustizia ha comunque i suoi tempi e potra' manifestarsi al meglio", ha aggiunto il ministro.
"Si rende giustizia alle vittime del terremoto dell'Aquila condannando chi ha costruito delinquentemente, non gli scienziati. Assurdo. E le conseguenze?", scrive il leader dell'udc, Pier Ferdinando Casini sul suo profilo Twitter a proposito della sentenza.
Parla di sentenza "aberrante che da' la misura di dove puo' portare l'estremismo e il fondamentalismo applicati alla giurisdizione", Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera.
"L'Associazione delle Agenzie per la protezione ambientale (Assoarpa) esprime piena solidarieta' al presidente di Ispra Bernardo De Bernardinis, condannato per la sua attivita' di consulenza tecnico-scientifica al servizio dello Stato". A dichiararlo e' il presidente dell'Assoarpa Giorgio Assennato, rilevando che "la condanna evidenzia ancora una volta la debolezza degli organi tecnico-scientifici, autentici vasi di coccio nell'intersezione dei poteri forti. Le conseguenze saranno devastanti per il nostro Paese. Ad esempio, sara' molto difficile che gli scienziati accettino in futuro di uscire dalle torri eburnee accademiche per mettere al servizio dei decisori le proprie competenze - ha concluso - una pressione psicologica senza precedenti se non nelle ore piu' cupe del regime fascista o nella guerra alla scienza ai tempi di Galileo".
Il sottosegretario regionale alla Presidenza con delega alla Protezione civile, Franco Torchia si e' detto "attonito per tale accanimento" ed ha parlato di "una grave decisione di cui l'Italia si dovrebbe vergognare. In qualsiasi altro Paese civile - ha sottolineato - scienziati di grande valore che hanno sacrificato la propria vita per operare al servizio dei cittadini verrebbero esaltati e premiati". "In momenti come questo - ha proseguito Torchia - non servono piu' le solite parole di circostanza con le quali si esprime fiducia nella magistratura e la si invita a fare presto per accertare le responsabilita'. Di fronte ad un evento sismico non prevedibile le uniche responsabilita' da accertare devono essere indirizzate nei confronti di qualche ricercatore esaltato che ha voluto conquistare le prime pagine dei giornali facendo leva sulla paura della gente nei confronti del terremoto. E' una situazione - ha affermato - che in Calabria viviamo tutti i giorni. Ed anche qui, di fronte allo sciame sismico insistente nell'area del Pollino e qualche scossa di media intensita' avvertita dalla popolazione, c'e' sempre qualche fantomatico scienziato che annuncia catastrofi imminenti. Sarebbe facile anche per noi fare affermazioni di principio con le quali annunciamo in Calabria forti terremoti. Tanto poi se non si indovina si fa presto a dire scusate mi sono sbagliato. Nessuno si ricordera' di una previsione che non si avvera. Tutti sicuramente si ricorderanno di una previsione azzeccata. L'Istituto Nazionale di Geofisica unitamente al Dipartimento Nazionale della Protezione civile - ha dichiarato il sottosegretario regionale - sta monitorando costantemente la situazione nella nostra Regione e la questione non e' per nulla sottovalutata. Mi chiedo soltanto a cosa possa servire convocare la Commissione Grandi Rischi, cosi' come ha fatto lo scorso 4 ottobre il prefetto Franco Gabrielli, se poi arriva un signor Giuliani qualsiasi ad annunciare che sta per arrivare un terremoto devastante. La mia raccomandazione - ha infine evidenziato Torchia - va a tutti i cittadini per cercare di comprendere ed imparare a difendersi dai terremoti, ma e' rivolta principalmente ai sindaci che hanno l'obbligo di informare e formare la popolazione. Quando ognuno di noi sara' in grado di fare completamente la propria parte e svolgere il proprio ruolo, allora sicuramente saremo in grado di mitigare i danni e di salvare molte vite umane".
"Non credo che ci siano le condizioni idonee per poter proseguire il nostro lavoro con serenita'". Cosi' Luciano Maiani, presidente della Commissione Grandi Rischi, annuncia le sue dimissioni dal ruolo di capo della Commissione. "Avevamo gia' fatto presente che le condizioni in cui opera la commissione - ha aggiunto Maiani - non permettono di lavorare con tranquillita' e in serenita'. La commissione e' completamente disarmata. Per questo ritengo di interrompere il mio lavoro e insieme a me hanno consegnato la lettera di dimissioni anche il presidente emerito (Giuseppe Zamberletti) e il vicepresidente (Mauro Rosi)". Il Presidente Maiani - si legge in una nota del Dipartimento della Protezione civile - ritiene "che la situazione creatasi a seguito della sentenza di ieri sui fatti dell'Aquila sia incompatibile con un sereno ed efficace svolgimento dei compiti della Commissione e con il suo ruolo di alta consulenza nei confronti degli organi dello Stato". Il Dipartimento, inoltre, informa che il professor Mauro Dolce ha presentato le sue dimissioni da direttore dell'Ufficio III - Rischio sismico e vulcanico. All'esito dell'iter amministrativo previsto, il professore verra' assegnato ad altro incarico.
Anche Roberto Vinci, direttore dell'Istituto per le tecnologie della costruzione del Cnr e componente della Commissione Grandi Rischi, ha comunicato le proprie dimissioni. Lo ha detto in una nota il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
"La sentenza ha un effetto devastante sulla morale sul fisico perche' una condanna di questo genere non e' che sia un'acqua benedetta che scivola su corpo" E' quanto raccontato dal sismologo Claudio Eva in diretta a Tgcom24. Sui motivi della condanna Eva aggiunge: "Il pm e' stato molto bravo a ribaltare molte delle nostre affermazioni accusandoci della mancata analisi del rischio sismico a livello locale dopo lo sciame sismico del 30 marzo del 2009. E' un fatto abbastanza complesso perche' parlare di analisi dei rischi di un fenomeno non prevedibile e' la contraddizione dell'accusa che ci viene mossa. Noi stessi siamo in dubbio su quale possa essere n'analisi specifica" Sulle probabilita' che il terremoto si abbattesse sull'Aquila, il professor Eva aggiunge: "In quel particolare momento le probabilita' che si verificasse un evento come quello del 6 aprile 2009 era del due per mille".
"La superficialita' con cui si sta commentando la sentenza sulla commissione grandi rischi e' molto grave: non c'entra nulla il 'processo alla scienza', la condanna non e' stata emessa perche' 'non fu previsto un terremoto'. La condanna riguarda le negligenze da parte della commissione, che diede improprie rassicurazioni alla popolazione, cittadini che andarono a dormire nelle proprie case piuttosto che all'aperto perche' rassicurati da una commissione di scienziati. Se i terremoti non possono essere previsti, perche' rassicurare?" E' quanto afferma Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-Fds. "Dalle intercettazioni telefoniche tra l'ex capo della Protezione Civile e l'allora assessore regionale Daniela Stati - spiega Ferrero - emerge come la commissione grandi rischi non sia stata convocata per esprimere un parere scientifico degli esperti, ma per fornire una rassicurazione preconfezionata e ingiustificata, testualmente 'a fini mediatici' per non creare allarmismi. Per questo Rifondazione comunista, cosi' come hanno fatto altre associazioni di cittadini aquilani, ha presentato una denuncia a Guido Bertolaso per omicidio colposo. Attendiamo che la giustizia faccia il suo corso ed esamini tutte le responsabilita' per la tragedia del 6 aprile 2009. Il dolore per le 309 vittime - conclude Ferrero - merita maggiore rispetto e che sia accertata la verita' sulle vicende che hanno preceduto la tragedia. Non esprimiamo quindi alcuna gioia per la sentenza ma le negligenze colpevoli vanno punite.
"Aspettiamo di leggere le motivazione della sentenza, ma gia' oggi possiamo dire che la condanna per omicidio colposo degli scienziati della Commissione Grandi rischi ha varcato il confine dell'assurdo. Con un'aggravante: la creazione di un precedente pericoloso, capace di inibire in futuro valutazioni su eventi di questo genere". Cosi' Riccardo Nencini, segretario nazionale del PSI, commenta la notizia della sentenza del giudice de L'Aquila che ha condannato a sei anni i sette membri della Commissione grandi rischi per aver sottovalutato i possibili rischi dello sciame sismico che nel 2009 precedette il devastante sisma. Secondo Nencini, "gli scienziati si sono limitati a definire la probabilita' di un rischio e lo hanno fatto in base ad una certezza scientifica: l'impossibilita' di fare previsioni esatte nel campo della sismologia". "Come hanno rilevato gli scienziati americani, solidali con i colleghi e indignati per la sentenza - dice ancora -, sarebbe come condannare un meteorologo per non aver previsto l'esatta rotta di un tornado o un biologo perche' non e' stato in grado di prevedere l'attacco di un orso". "Il terremoto de L'Aquila e' stato un evento tragico e imprevedibile, che ha ferito duramente una comunita' straordinaria e capace di reagire con orgoglio e dignita'. Questa sentenza - conclude Nencini - non aiuta a riportare fiducia tra la popolazione ne' a far luce su eventuali e vere responsabilita'".
"I terremoti non saranno mai prevedibili al 100 per cento, e la sentenza de L'Aquila e' quantomeno 'sporporzionata'". Lo dice all'AGI David A. Rothery, sismologo della Open University britannica, secondo cui la comunita' scientifica internazionale e' "sotto shock" per la decisione del tribunale. "Non e' possibile predire un terremoto con il 100 per cento di probabilita' - spiega l'esperto - l'affermazione dei 7 accusati che i piccoli terremoti probabilmente implicavano un significativo rilascio di energia sismica era valido, e sono sicuro che e' cio' che hanno detto. Non hanno mai detto che non ci sarebbe stato sicuramente un grande sisma. Anche in futuro, con piu' dati, migliori strumenti e piu' esperienza, riusciremo a quantificare meglio i rischi, ma non saremo mai sicuri al 100%". Il caso, spiega Rothery, ha toccato particolarmente la comunita' scientifica internazionale: "Tutti i miei colleghi sono sotto shock - spiega - e persino i miei amici non scienziati sono particolarmente colpiti. Non vorrei sembrare troppo semplificativo, ma sei anni di carcere per quella che nella peggiore delle ipotesi e' stata una cattiva comunicazione mi sembra assolutamente esagerato. Sono molto meno preoccupato per gli errori di comunicazione che del fatto che edifici che probabilmente erano considerati a prova di terremoto sono invece crollati".
La sentenza del tribunale de L'Aquila e' "il peggior scenario possibile per uno scienziato", ha dichiarato Michael Halpern, esperto della Union of Concerned Scientists, un'organizzazione statunitense tra le prime al mondo a commentare negativamente l'esito del processo. "Ogni nazione dovrebbe essere amichevole con la scienza, perche' spinge l'innovazione e aiuta ad anticipare i rischi - spiega Halpern, la cui organizzazione ha definito il processo 'come quello a Galileo' - gli scienziati dovrebbero essere ansiosi di condividere il loro lavoro con il pubblico, soprattutto in campi come quelli dei terremoti o di altre calamita' pubbliche. Questo processo rappresenta lo scenario peggiore per ogni scienziato che voglia condividere il proprio lavoro". La sentenza potrebbe avere effetti anche fuori dall'Italia secondo Halpern: "Quando uno scienziato non puo' condividere la propria esperienza per paura di un processo perdiamo tutti - sottolinea - alcuni scienziati di altri paesi si stanno gia' chiedendo se qualcosa del genere puo' succedere anche a loro".
***********************
Una "sentenza esemplare da un punto di vista della pena. Ora dovremo attendere gli altri gradi di giudizio per vedere se la valutazione espressa ieri dai giudici terra' anche in seguito". Cosi' il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, intervenendo a Radio anch'io, parla della sentenza di condanna emessa ieri a L'Aquila sulla commissione Grandi rischi per il terremoto che colpi' l'Abruzzo nel 2009.
Dagli scienziati Usa e' arrivato un duro attacco alla sentenza che ha condannato a sei anni di carcere sette esperti della Commissione Grandi rischi per il sisma dell'Aquila. L'unione degli scienziati impegnati (Ucs), influente Ong americana, ha parlato di decisione "assurda e pericolosa" e ha chiesto un intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Critica anche l'Associazione americana per l'avanzamento della Scienza (AAAS) per la quale anni di ricerche hanno dimostrato che "non c'e' un metodo scientifico accettato per la previsione dei terremoti che possa essere usata in modo affidabile per avvertire i cittadini del disastro imminente". Di qui il pericolo che le condanne "rallentino le ricerche e blocchino il libero scambio di idee necessario per il progresso scientifico".
Gli scienziati Usa ricordano che i geofisici americani avevano avvertito che condanne di questo genere rischiano di "scoraggiare scienziati e funzionari dal consigliare i loro governi o persino dal lavorare nel campo della sismologia o della valutazione del rischio sismico".
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 3
Condividi: