Visite mediche cosiddette 'intramoenia', utilizzando attrezzature ospedaliere, incassando interamente il denaro versato dai pazienti, senza corrispondere alla Asl la parte spettante ed omettendo di rilasciare la relativa documentazione fiscale. Protagonista il professor Raffaele Tenaglia, direttore della clinica urologica dell'ospedale di Chieti i cui presunti illeciti sono stati scoperti dai carabinieri del Nas di Pescara.
Il professor Tenaglia e' stato sospeso dall'attivita' per un periodo di sei mesi. Il provvedimento e' stato emesso dal gip del Tribunale di Chieti. Le indagini del Nas sono partite dalla denuncia presentata da un altro medico, con la quale venivano segnalati anomali comportamenti del direttore in merito alla funzione svolta nella clinica ospedaliera. Negli accertamenti del Nas ci sono interrogatori di pazienti, acquisizioni di documentazione presso i competenti uffici della Asl ed intercettazioni telefoniche ed ambientali.
Da una prima quantificazione le somme sottratte alle casse della Asl teatina e riferite a poco piu' di un mese (dicembre 2011 - 14 gennaio 2012) ammontano a circa 8 mila euro. L'ordinanza, notificata al medico dai carabinieri del Nas di Pescara, e' stata comunicata all'azienda sanitaria per le iniziative amministrative di propria competenza. L'accusa contestata dal gip nei confronti del medico indagato è di peculato continuato.
«A mio parere sono contestazioni che riguardano fatti ridicoli, di natura amministrativa», ha detto Raffaele Tenaglia al quotidiano Il Centro, perché, a suo dire «Gli investigatori hanno acquisito una quantità di fatture di cui la stragrande maggioranza regolari e solo una parte esigua evidenzierebbe qualche irregolarità. Comunque è tutto da accertare e sono fiducioso». «Ho visitato e operato professori, politici, giornalisti senza mai chiedere una lira», continua il docente della d'Annunzio, «l'ultimo intervento l'ho fatto su un uomo dell'Albania che aveva un grosso tumore. Io non posso stare senza lavorare, non posso non andare in ospedale, con i miei avvocati abbiamo già fatto appello a questo provvedimento della magistratura».
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