"Le inchieste sulla ricostruzione post terremoto sono la conferma alle tante denunce di Libera fatte in questi anni. Cosa si aspetta per cambiare marcia? Non ci sono piu' alibi, ora nuove regole, trasparenza e piena applicazione degli strumenti di controllo". E' quanto chiede Libera in una nota dell'ufficio di presidenza. Il commento, in particolare, e' riferito agli arresti avvenuti ieri a L'Aquila di sette imprenditori accusati di aver utilizzato il clan dei Casalesi nella ricostruzione privata. "Gia' nel lontano 2010, con il dossier 'La fine dell'isola felice' denunciavamo gli effetti delle ordinanze in deroga alle leggi ordinarie e ai controlli, delle ordinanze cancella-reati, dell'assenza di efficaci mezzi di contrasto, della mancata attivazione di alcuni strumenti rimasti solo sulla carta", afferma Angelo Venti, referente regionale di Libera Abruzzo. "Sulla ricostruzione post terremoto si e' costituito il 'sistema Aquila' ma molti hanno fatto finta di non vedere e in questi anni si e' piu' volte levato un coro tendente a negare o circoscrivere il fenomeno. Un sistema - dice Venti - che applica procedure e norme, formalmente destinate ad accelerare gli interventi, che vengono immediatamente piegati agli interessi del malaffare di mafiosi e corrotti. Interventi 'trattati' a tavolino che permettono di scavalcare controlli, rendiconti, verifiche sulla qualita' dei lavori. Tutto in nome di un'efficienza, di una rapidita' che in realta', hanno avuto un solo obiettivo: distribuire appalti e favori", sottolinea Venti"
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 1
Condividi: