Le polveri sottili che si respirano a Pescara superano quelle di Taranto, anche di tre volte. Ad affermarlo in una nota è il Wwf Abruzzo. «È sconvolgente», afferma Augusto De Sanctis dell'associazione ambientalista, «la situazione di Pescara e dintorni è chiaramente un caso europeo. I livelli di Pm10 sono di gran lunga superiori a quelli registrati a Taranto».
«Le medie annuali di Pm10 a Taranto risultano negli ultimi 5 anni inferiori a 30 microgrammi per metro cubo, e inferiori a 35 microgrammi per metro cubo nel quartiere Tamburi». Il limite in vigore è di 40 microgrammi per metro cubo, secondo la direttiva 2008/50 della Comunità europea.
I dati - secondo il Wwf - lasciano sconcertati, perché la centralina di via Sacco, a Pescara, nel 2011, ha superato il livello di Pm10 registrato da quella del quartiere Tamburi, a Taranto. Come si legge nel rapporto sulla qualità dell'aria dell'Arta, l'agenzia abruzzese per la tutela dell'ambiente, la centralina di via Sacco, lo scorso anno, ha rilevato una media di 37 microgrammi per metro cubo di polveri sottili. Il quartiere Tamburi, dove c'è l'acciaieria Ilva, si è fermato a 35.
"Le cose vanno peggio nel 2012. Dal 1° gennaio al 27 novembre, le centraline di Taranto e dintorni, secondo i dati dell'Arpa, l'agenzia pugliese per la protezione dell'ambiente, hanno rilevato un massimo di 36 superamenti in via Machiavelli (a un paio di chilometri dall'Ilva), 25 in via Archimede e poi 3 a Talsano e 2 a San Vito. Si respira tutt'altra aria nel Pescarese: alla stessa data, Spoltore, con la centralina di Santa Teresa, è arrivato a ben 113 superamenti di Pm10 (più di 3 volte superiore alla zona dell'Ilva); viale Bovio ha raggiunto i 54; via Sacco 37; via Firenze 29. Il limite di superamenti annuali di 50 microgrammi a metro cubo, è fissato a 35", dice ancora il Wwf nella sua lunga nota.
«La popolazione pescarese è esposta a livelli di inquinanti evidentemente fuori legge», dice De Sanctis, «Pescara è tra le peggiori in Europa e vive una situazione che evidentemente non interessa la Asl, visto che non ci sono azioni volte a mettere sotto controllo le emissioni e a fare seriamente prevenzione. Si aggravano così», continua De Sanctis, «i costi umani e della collettività nel dover curare decine e decine di bambini, anziani e adulti che riportano danni».
«Crediamo che ci siano gli elementi affinché anche la magistratura di Pescara agisca». «Qui non si tratta di semplici numeri, ma di vite umane perse», torna a ribadire De Sanctis, «e non abbiamo i dati sul carbonio organico totale (ndr contiene sostanze cancerogene) che le centraline in Abruzzo non monitorano nonostante sia stato stabilito dal piano regionale della qualità dell'aria già dal 2007». Per il Wwf, «c'è da rimanere sconcertati di fronte a tutta questa superficialità da parte di enti e istituzioni deputate al controllo e alla tutela della salute pubblica».
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