Le sacre spoglie di Celestino V vestiranno il pallio di Benedetto XVI in occasione delle celebrazioni per il 700/o anniversario della canonizzazione di San Pietro Celestino Papa, il prossimo 5 maggio. Lo ha annunciato l'Arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe Molinari.
Il pallio, insegna papale simbolo del Buon Pastore, venne deposto dal Pontefice sull'urna di Celestino V durante la sua visita alla citta' dell'Aquila a poche settimane dal terremoto del 6 aprile 2009. L'arcivescovo Molinari ha costituito oggi la Commissione deputata alla ricognizione delle sacre reliquie di San Pietro Celestino Papa, attualmente esposte nella Basilica di Collemaggio, al di fuori dell'artistico mausoleo che le ha custodite nei secoli, ancora gravemente danneggiato dal terremoto.
La ricognizione e' necessaria per fermare il processo di degrado delle sacre ossa e per sostituire la maschera di cera in via di consumazione, che ricopre il teschio del pontefice, con una nuova scientificamente ideata per essere piu' simile al suo volto. Al termine della ricognizione le spoglie verranno rivestite di nuovi paramenti, appositamente creati e donati dall'Atelier LAVS di Filippo Sorcinelli, con sede in Santarcangelo di Romagna, il quale in questi anni ha curato la realizzazione di alcune vesti sacre di Papa Benedetto XVI e del prezioso pallio - donato dallo stesso pontefice nel corso della sua visita all'Aquila - che sara' collocato direttamente sulle spalle di San Pietro Celestino.
Dopo il completamento di tutte le operazioni conseguenti alla ricognizione l'urna, con le sacre spoglie, tornera' nella Basilica di Collemaggio il 5 maggio, 700/o anniversario esatto della canonizzazione del Papa Santo Celestino V proclamata da Papa Clemente V, dopo 17 anni dalla morte, nel 1313.
Intervistato da Giancarlo La Vella di Radio Vaticana, l'arcivescovo metropolita dell'Aquila, mons. Giuseppe Molinari, ricorda l'emozionante vista che Papa Benedetto XVI fece in citta' il 28 aprile 2009, pochi giorni dopo che il terremoto distrusse il capoluogio abruzzese e il suo territorio. "Ricordo molto bene quel giorno - dice Molinari - soprattutto la sosta che fece alla Basilica di Collemaggio. Guardo' con molta attenzione l'edificio, devastato dal sisma: c'era l'urna con il corpo di San Celestino e vi poso' il suo pallio" che tra poco avra' un posto speciale.
"Si'. Attendiamo che la Basilica di Collemaggio venga restaurata. Comunque il pallio, per adesso, lo conservo personalmente e poi sara' collocato insieme all'urna al momento giusto. Quest'anno abbiamo una celebrazione per ricordare il settimo centenario dalla Canonizzazione di San Celestino. Vogliamo sottolineare questo anniversario gia' il 5 maggio, concludendo con la notissima 'Festa della Perdonanza celestiniana', che cade il 28 e il 29 agosto". "Con il pontefice - prosegue l'arcivescovo ai microfoni di Radio Vaticana - ci sono stati incontri sempre molto belli, molto umani, molto affettuosi. Io ricordo che, durante la prima visita ad Limina, fu paterno, affabile, ci mise a nostro agio. Poi gli altri incontri, durante i quali diceva: 'Ma noi gia' ci conosciamo!'. Ricordo in particolar modo l'ultimo incontro, la visita ad Limina del 17 gennaio scorso, dove tra l'altro alla fine mentre lo salutavo, gli ho detto: 'Santita', questa e' l'ultima visita ad Limina', e lui guardandomi: 'Gia'! Hai compiuto 75 anni!'. E io: 'Preghi tanto per me' e lui di rimando: 'Anche lei preghi per me'".
"Io - ha poi aggiunto mons. Molinari - sono stato sempre molto attento, interessato e ammirato gia' ai tempi dell'opera teologica dell'allora teologo Raztzinger, poi cardinale Ratzinger. Su di me, ha avuto sempre un fascino particolare. Secondo me, quello che ha fatto, lo ha fatto per seguire la Parola del Signore. Cosi' sognava di fare il teologo e si e' trovato a fare il vescovo, poi pensava di fare il pastore in una diocesi e invece si e' trovato a fare il prefetto della Congregazione della Fede. Pensava di riposarsi una volta finito il servizio alla Congregazione della Fede e invece lo aspettava questo incarico grande come capo supremo della Chiesa. Adesso, forse il Signore gli ha indicato questa strada, che non e' fuggire dalle responsabilita', ma e' continuare a servire la Chiesa in un altro modo. Il Signore gli ha fatto capire che si puo' servire la Chiesa in tanti modi, anche scegliendo il silenzio, la preghiera e indubbiamente in tutto questo c'e' anche il senso della Croce e del sacrificio".
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