Per un po' l'onda dei commenti montera' e togliera' la scena ai politici. Ma alla lunga l'effetto non avra' ricadute alle urne. I sondaggisti interpellati dall'Andkronos concordano nel ritenere che le dimissioni di Benedetto XVI non influenzeranno la campagna elettorale, che entra nel rush finale. Usa un'immagine cavouriana Nicola Piepoli, presidente dell'omonimo istituto di sondaggi: 'Libera Chiesa in libero Stato. Ai cittadini italiani non importa molto di cio' che e' accaduto in Vaticano, sono due mondi diversi'.
'Le elezioni sono un problema tipicamente italiano -fa notare Piepoli- anche se i marziani ci venissero a visitare, questo non avrebbe a che fare con le elezioni'. E poi, 'i cattolici praticanti sono il 25% degli elettori, ma ripartiti tra tanti partiti. Non c'e' rilevanza in termini di probabilita''.
Anche per Luca Comodo, direttore del dipartimento politico di Ipsos, 'i media parleranno per un po' prevalentemente di questo, ma non sara' un 'oscuramento' come avvenne nel 2005 con la morte di Papa Wojtila. L'influenza sull'elettorato, alla fine, sara' minima. In parte togliera' la scena a qualche candidato, e terra' le prime pagine insieme a Sanremo. Ma poi la gente tornera' a pensare a chi votare'.
Per Renato Mannheimer, direttore dell'Ispo, 'l'unica influenza di queta vicenda e' il fatto che per un po' prendera' l'attenzione dei quotidiani. Chi ne ha bisogno di visibilita', come ad esempio Berlusconi, potrebbe esserne in parte danneggiato'.
'Per qualche giorno i media punteranno i riflettori sul Vaticano -e' l'analisi di Maurizio Pessato, della Swg- e ci sara' minore attenzione sulla campagna elettorale. Ma e' una vicenda che non ha influenze valutabili sui candidati o sulle forze politiche in competizione. I cattolici-assicura- andranno a votare lo stesso, anche pensando a Ratzinger'.
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