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Pubblicato il 13/09/2012 16:04

Maxi operazione anti ndrangheta, toccato l'Abruzzo

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I carabinieri stroncano un traffico di droga e armi

Ha toccato anche l'Abruzzo l'operazione dei carabinieri di Varese che ha stroncato una organizzazione criminale che importava in Italia armi e droga per la cosca calabrese Ferrazzo di Mesoraca a bordo di autovetture condotte da una coppia di anziani coniugi svizzeri. 

I militari hanno dato esecuzione a 8 ordinanze di custodia cautelare (di cui 4 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) per traffico internazionale di armi e di stupefacenti. In manette e' finito anche il figlio del boss Felice Ferrazzo, Eugenio Ferazzo, 34enne di Mesoraca.

In particolare, 4 arresti sono stati eseguiti in flagranza: uno per tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale, uno per detenzione di munizionamento da guerra e due detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. A finire in manette, oltre ad Eugenio Ferazzo, Francesco Scicchitano, 63enne di Pianopoli; Antonino Amato, 63enne catanese residente a Gerenzano; Mirko De Notaris, 36enne originario di Vasto; Salvatore Ferrigno, 49enne di origini catanesi residente a Uboldo; Cristian Margiotta, 32enne milanese; Alfio Privitera, 54enne catanese residente a Lozza; Donato Santo, 27enne residente a Jesolo. Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno anche sequestrato due pistole mitragliatrici, una pistola semiautomatica, un revolver con circa 500 munizioni di vario calibro e 200 grammi circa di hashish.

Secondo quanto e' emerso dalle indagini, condotte in collaborazione della polizia svizzera, Eugenio Ferrazzo, gia' in carcere a Pescara dopo che era stato arrestato nel maggio 2011, era uno dei principali acquirenti delle armi. Fucili e pistole che dal 2009 venivano acquistati legalmente in Svizzera e poi trasportati in Italia, nascosti nell'auto dei due anziani coniugi. La droga arrivava invece dalla Colombia, e dall'aeroporto di Ginevra era trasportata in Italia sempre attraverso i valichi al confine con le province di Varese e di Como, per quantitativi fino a 200 chilogrammi. Nell'abitazione di uno degli arrestati, Mirco de Notaris, e' stato sequestrato anche un apparecchio utilizzato per disturbare le frequenze degli apparecchi di registrazione.

'Questa operazione - ha spiegato il procuratore di Varese Maurizio Grigo - dimostra la grande penetrazione delle organizzazioni criminali nel territorio varesino, una forza che spesso rimane silente perche' ha interesse a fare affari'.

Era stato creato un sistema per importare dalla Svizzera, attraverso i valichi di Brogeda (Como) e Gaggiolo (Varese), grossi quantitativi di marijuana, hashish e cocaina e armi comuni da sparo e armi da guerra, con relative munizioni, destinate al clan di stampo 'ndranghetistico di Mesoraca riconducibile alla famiglia di Felice Ferrazzo, gia' attivo nel varesotto.

Le indagini sono partite dall'arresto di De Notaris, originario di Vasto ma residente a Tortona, avvenuto nel gennaio 2010. L'uomo, nel corso di un servizio di osservazione e pedinamento dei Carabinieri di Varese a Castelnuovo Scrivia, non si fermo' all'alt e tento' di investire un maresciallo della Compagnia Carabinieri di Tortona. A seguito di quei fatti, in un vecchio cascinale di Sale, posto a poche centinaia di metri dall'abitazione di Scicchitano, furono trovate all'interno di un borsone una pistola mitragliatrice di fabbricazione israeliana Uzi, cal. 9x21 mm, con silenziatore applicato; una pistola mitragliatrice di fabbricazione italiana Franchi, cal. 9x21 mm, con matricola abrasa; una pistola semiautomatica di fabbricazione russa Tokarev cal. 7,65 mm; un revolver di fabbricazione spagnola "LlamaLAMA", cal. 38 special; 400 munizioni di vario calibro e 4 passamontagna, su uno dei quali venne trovato - tra gli altri - il Dna di De Notaris.

Sono in corso verifiche per stabilire se le armi provenienti dalla Svizzera servissero ad armare la cosca dei Ferrazzo - spiegano i militari - impegnata da anni in una faida contro il gruppo capeggiato da Mario Donato Ferrazzo dopo la scissione del '96.

Il capocosca Felice Ferrazzo fu arrestato il 22 luglio 2011 a Termoli e all'interno di una vettura custodita in un garage a lui riconducibile era stato trovato un arsenale costituito da circa 50 armi di vario genere.

La particolare violenza della 'faida', sottolineano i militari e' testimoniata anche dal tentativo di omicidio nell' estate del 2000 nella localita' Campizzi di Mesoraca (Crotone), quando Felice e Eugenio Ferrazzo furono raggiunti da una serie di colpi d'arma da fuoco e si salvarono miracolosamente grazie alla blindatura della vettura.

Tra gli indagati, Scicchitano e' emerso come figura cardine, non solo perche' persona gia' noto agli investigatori di Varese ma soprattutto per il ruolo di intermediario tra il canale svizzero d'importazione delle armi e i vari acquirenti, tra i quali, oltre ad Amato, Privitera e Ferrigno, ricostruiscono i Carabinieri, c'era Eugenio Ferrazzo, giunto "in trasferta" dall'Abruzzo - dove nel frattempo aveva spostato i suoi interessi criminali- unitamente a De Notaris per acquistare una partita di armi, poi saltata per i fatti del 9 gennaio 2010 di Castelnuovo Scrivia.

 

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