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Pubblicato il 16/05/2013 11:11

Riciclaggio, in manette anche due carabinieri e un giudice del Tar del Lazio

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L'operazione ha visto i finanziari in azione nell'aquilano

Ci sono avvocati, commercialisti, ma anche due carabinieri e un giudice del Tar del Lazio tra le 34 persone arrestate (22 in carcere e 12 ai domiciliari) alle prime ore dell'alba dagli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza che hanno cosi' smantellato un maxi giro di riciclaggio, in Italia e all'estero, di denaro sporco e di commerciallizzazione di oro senza autorizzazione.

L'operazione odierna, oltre al Nucleo di polizia tributaria di Roma ha coinvolto altri 29 reparti della Guardia di finanza, hanno interessato le province di Palermo, Roma, Torino, Aosta, La Spezia, Milano, Varese, Como, Verona, Vicenza, Padova, Modena, Firenze, Arezzo, L'aquila, Frosinone, Benevento, Napoli, Crotone, Cosenza, Messina e Catania.

Fondamentale per la ricostruzione dei fatti e l'addebito delle singole responsabilita', e' stato l'impiego di un finanziere 'sotto copertura' che, infiltrato nelle diverse organizzazioni, ha partecipato alle trattative necessarie per concludere le operazioni di cambio, acquisendo cosi' precisi elementi di prova.

In manette - riferisce una nota della Guardia di Finanza - sono finiti anche soggetti operanti nell'area dell'intermediazione finanziaria e facenti capo al prof. Gianni Lapis, noto avvocato tributarista palermitano, gia' prestanome di Vito Ciancimino.

Nel corso dell'operazione sono state effettuate anche 85 perquisizioni che hanno portato al sequestro di valuta straniera (principalmente dollari Usa, won nord-coreani e franchi svizzeri), per un controvalore complessivo superiore a 11 milioni e mezzo di euro: in totale sono 93 le persone denunciate.

Al fine di smascherarle un finanziere e' stato infiltrato per mesi nell'organizzazione criminale operante su tutto il territorio nazionale e all'estero, dedita a violazioni valutarie in titoli, valori e mezzi di pagamento nazionali, europei ed esteri, nonche' all'esecuzione di illecite movimentazioni finanziarie e di capitali, anche transnazionali.

Numerosi i reati ipotizzati a carico dei responsabili tra i quali il piu' pesante e' quello di associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalita', finalizzata al riciclaggio di ingenti quantitativi di denaro in divisa estera e al commercio dell'oro, attraverso l'esercizio abusivo della professione di intermediario finanziaro con modalita' tali da eludere il sistema della tracciabilita' delle operazioni (aggirando il circuito bancario e consentendo di fatto l'immissione nei mercati di denaro contante).

Tra le altre ipotesi di accusa vi sono falsificazione, spendita e introduzione nello stato di monete falsificate, detenzione illegale di armi e munizionamento, truffa e violazioni alla disciplina del mercato dell'oro.

 

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