Botta e risposta tra sindacato e Amministrazione centrale penitenziaria sul carcere dell'Aquila. Dopo un primo comunicato nel quale il Sappe, denunciava un possibile calo di vigilanza nei confronti dei detenuti sottoposti al regime del 41 bis, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha risposto con una nota definendo 'prive di fondamento e assolutamente false' le notizie diffuse dal segretario del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Donato Capece, relative a un presunto allarme per il sistema di sicurezza del carcere dell'Aquila, che ospita 130 detenuti in regime di 41 bis. Il Dap, inoltre, fa sapere il vicecapo, Luigi Pagano, 'sta valutando se informare l'Autorita' Giudiziaria per verificare se le dichiarazioni possano essere foriere di procurato allarme sociale"
Quelle del Sappe, commenta Pagano, 'sono parole sconcertanti e irresponsabili che, fondate su un dato falso, non solo creano allarme, ma, in primo luogo, offendono la Polizia Penitenziaria che opera all'interno del carcere abruzzese con professionalita' e competenza, assicurando gli standard di alta sicurezza propri del circuito 41 bis".
"Strumentalizzare il concetto di vigilanza dinamica, sostenendo che esso sia stato applicato nel circuito 41bis del carcere dell'Aquila, e' fuori di ogni logica e del corretto confronto dialettico - replica Pagano - frutto di una esasperata e pregiudiziale critica a una soluzione gestionale che il Dap sta realizzando, con la leale collaborazione dei Provveditori regionali e di tutto il personale degli Istituti Penitenziari interessati, unicamente all'interno delle sole strutture definite a custodia attenuata e che ospitano detenuti a basso indice di pericolosita''
L'allarme lanciato dal Sappe
"E' semplicemente allarmante constatare che nella Casa Circondariale di L'Aquila viene attuata la 'vigilanza dinamica' anche nei confronti dei 120 detenuti sottoposti al regime dell'articolo 41bis. L'Amministrazione Penitenziaria ha disposto, in sostanza, una vigilanza ridotta che allenta drammaticamente i livelli di sicurezza e persegue questa pericolosa soluzione nell'idea di rendere più confortevoli le carceri italiane per i responsabili dei peggiori crimini". Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE che annuncia una nuova protesta, il 4 aprile, davanti al Dap, a Roma. E aggiunge: "Là dove dovrebbero essere almeno 2 gli agenti fissi, ora ve n'è uno solo per più detenuti. Non solo: anche in occasione delle videoconferenze, dove deve essere presente un agente con un Ispettore nella apposita sala dove si svolgono le fasi del procedimento la vigilanza è ridotta ad una unità sempre in virtù delle medesime direttive, sicchè la sicurezza è completamente inesistente. Una vera e propria resa dello Stato alla criminalità organizzata che è inaccettabile. Mi appello alla Ministro della Giustizia Paola Severino: non si può più perdere tempo".
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