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Pubblicato il 05/09/2012 12:12

Scarcerato perché affetto da favismo. Chiusa l'indagine

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Il detenuto, Michele Aiello, era rinchiuso nel carcere di Sulmona. Il direttore del carcere è stato sospeso lo scorso maggio

Archiviata l'indagine ministeriale sulla concessione della detenzione domiciliare al manager della sanita' siciliana Michele Aiello, condannato a 15 anni e 6 mesi per associazione mafiosa e corruzione e uscito dal carcere di Sulmona, dove era rinchiuso, alla fine del febbraio scorso, perche' affetto da favismo. I giudici avevano motivato il loro provvedimento sulla base del fatto che il vitto carcerario prevede solo fave e piselli e gli ispettori del ministero della Giustizia non hanno ravvisato alcuna irregolarita' nel fatto che il tribunale di sorveglianza dell'Aquila non abbiano imposto alla direzione del carcere peligno di consentire al condannato di avere un menu particolare. Ne' vi sono irregolarita' nel fatto che, a fronte del fatto che il carcere non cambiava registro, non era stato proposto il trasferimento di Aiello.

L'indagine cosi' e' chiusa e a pagare e' stato solo il direttore del carcere, Sergio Romice, che in maggio era stato trasferito a Pescara. Aiello era stato condannato nell'ambito dell'inchiesta sulle Talpe in procura, assieme - fra gli altri - all'ex presidente della Regione Sicilia, Toto' Cuffaro, che ha avuto sette anni e che sta scontando la pena a Rebibbia dal gennaio dell'anno scorso. La concessione dei domiciliari ad Aiello aveva fatto discutere. Secondo molti osservatori sarebbe bastato che il tribunale ordinasse alla direzione del carcere di cambiare la dieta di Aiello, cosa che normalmente avviene per i detenuti islamici, diabetici, ipertesi, di religione ebraica. Ma secondo gli ispettori di via Arenula dare queste disposizioni non spettano ai magistrati. E cosi', dopo che per piu' volte non si era riusciti a privare Aiello di fave e piselli, sempre presenti nel menu carcerario e pericolosissimi per il regista della rete di talpe alla Procura di Palermo, i giudici lo avevano messo fuori.

Lo scorso maggio, però, il direttore del carcere di Sulmona, Sergio Romice, è stato trasferito, sottoposto a provvedimento disciplinare e sostituito da un nuovo direttore, Massimo Di Rienzo. Gli ispettori del Dap - secondo quanto si apprende - avrebbero contestato infatti a Romice la responsabilita' di una non corretta gestione della vita detentiva di Aiello.  In sostanza, le condizioni di salute del manager sarebbero andate peggiorando perche' non gli furono somministrati cibi e farmaci non dannosi o non incompatibili con la sua malattia. Queste "gravi negligenze" avrebbero portato il detenuto alla cachessia (una grave forma di deperimento organico, ndr) e a una considerevole perdita di peso, tanto da rendere incompatibile la detenzione con le sue condizioni di salute. Per questo motivo il tribunale di sorveglianza dell'Aquila ne ha disposto la detenzione domiciliare per un anno. Decisione, quest'ultima, oggetto di ulteriori accertamenti da parte degli ispettori del ministro della Giustizia Paola Severino, che sul punto pero' non hanno riscontrato irregolarita' o 'abnormita''. 

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