"Gli Ato sono in una situazione di gravissima impossibilita' a portare avanti le attivita' di competenza a causa dei mancati rimborsi e pagamenti da parte dei soggetti gestori. L'eventualita' di trovare soluzioni occasionali ad un problema strutturale non e' piu' possibile". A lanciare l'allarme e' il commissario unico per la gestione commissariale del Sistema idrico integrato, Pierluigi Caputi, incaricato dello start-up dell'Ente regionale per il servizio iberico integrato (Ersi). Nel corso di una conferenza stampa, che si e' svolta questa mattina a Pescara, Caputi ha parlato di "situazione insostenibile" e ha sottolineato la necessita' di "una inversione di tendenza" .
Il commissario ha evidenziato che l'Ersi "nasce con 25 milioni di euro di debiti non suoi, a causa della grave situazione finanziaria che eredita. Non e' possibile - ha proseguito - non definire una strategia per salvaguardare il patrimonio di esperienze e di competenze delle Societa' in house in Abruzzo". Caputi ha sottolineato che le sei societa' che gestiscono il Servizio idrico integrato "sono accomunate per lo piu' da una serie di fattori negativi, anche se esistono buone pratiche consolidate. Dai dati complessivi dei bilanci 2011 delle sei societa' emergono debiti totali pari a 300 milioni di euro, crediti di oltre 200 milioni e ricavi per oltre 145 milioni. Nei bilanci sono impropriamente patrimonializzate le reti- beni demaniali per oltre 300 milioni di euro, ma come e' evidente sono inutilizzabili come garanzia per i terzi". Il commissario ha inoltre sostenuto che "spesso negli anni passati la gestione degli Enti non e' stata finalizzata ad una gestione industriale efficiente ed ispirata all'equilibrio dei bilanci, e come si puo' comprendere queste mancanze sono ancora piu' gravi perche' sono Societa' a capitale pubblico".
Caputi, dopo aver assicurato che non saranno aumentate le tariffe, ha osservato che per uscire fuori da questa situazione "occorre mettere in campo una vera azione di management industriale per cambiare lo status quo e determinare una inversione di marcia da parte dei soci, cioe' i Comuni". Il commissario ha infine detto che resta a disposizione "per ogni iniziativa utile per trovare soluzioni, compresa l'individuazione di un'altra persona che meglio di me sappia condurre la difficile attività".
Un consiglio regionale straordinario sulla questione richiesto da Gianni Chiodi al presidente Pagano
La convocazione urgente di un Consiglio regionale straordinario che "affronti la seria problematica del Sistema idrico integrato della Regione Abruzzo" e' stato richiesta dal presidente della Regione, Gianni Chiodi, al presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano. "Si tratta - ha detto Chiodi - di vera emergenza. I risultati della nostra 'due diligence' sono evidenti. A dare soluzione non bastano piu' le azioni del Governo regionale ne' tantomeno quelle di un Commissario, perche' occorre che le Assemblee dei sindaci, presiedute dai presidenti delle Province e soprattutto dai Comuni, che sono proprietari delle societa', abbiano consapevolezza del punto di non ritorno cui si e' giunti. I soggetti gestori hanno accumulato negli anni debiti enormi. La Regione Abruzzo - prosegue Chiodi - non puo' commissariarli, ma li mettera' presto di fronte alle loro responsabilita'. La musica - conclude il presidente della Regione - dovra' cambiare". Nella richiesta di Consiglio regionale straordinario, Chiodi chiede anche l'audizione del Commissario unico regionale, Pierluigi Caputi.
L'assessore Di Paolo: pareri dei sindaci obbligatori ma non vincolanti
L'Ersi, l'ente regionale per il servizio idrico integrato, e' obbligato a chiedere alle assemblee dei sindaci (Assi) i pareri sugli atti e le scelte fondamentali inerenti il servizio idrico integrato ma essi poi non vincolano le scelte finali dell'ente regionale. Lo afferma la Corte costituzionale nella sentenza n. 50 del 2013 che, accogliendo in parte il ricorso presentato dal Governo, ha modificato la legge regionale 9/2011 nella parte in cui conferisce maggiori poteri all'ente regionale non vincolandolo alle risultanze dei pareri delle assemblee dei sindaci. Nella propria legge, la Regione volendo tutelare pienamente le specificita' del territorio, aveva previsto non solo come obbligatorio ma anche come vincolante il parere dei sindaci componenti le Assi. La Corte ha invece riconosciuto una maggiore autonomia all'ente regionale, sostenendo che la volonta' delle singole Assi provinciali ha piena esplicitazione anche con il solo parere obbligatorio. "Si tratta di un giudizio inatteso - afferma l'assessore ai Lavori pubblici Angelo Di Paolo - che da' maggiori poteri all'ente regionale, considerato che qualificando i pareri dei Comuni non solo come obbligatori ma anche come vincolanti si era inteso rispettare le prerogative che la legge nazionale riconosce agli enti locali. Questo fa si che la nuova Ersi venga ulteriormente rafforzata nel proprio ruolo di programmazione e controllo sul servizio idrico sull'intero territorio regionale". E' il caso di ricordare che la legge 9/2011 ha gia' avuto nell'estate scorsa, con le legge 34/2012, una ulteriore modifica che ha reso invece piu' stringente il controllo sui soggetti gestori del servizio idrico. Anche su questo punto l'intervento normativo regionale e' pienamente in linea con quanto ha deciso la Corte costituzionale in materia di controlli sui soggetti gestori.
I commenti del Partito Democratico
"I nostri timori erano fondati"dicono i consiglieri del Pd Ruffini, D'Amico e Di Pangrazio, "il sistema acqua regionale rischia il collasso a discapito dei cittadini abruzzesi. Chiediamo al presidente Ricciuti di convocare subito una seduta straordinaria della seconda commissione per l'audizione dell'assessore regionale Di Paolo, del Commissario Unico Straordinario per la gestione del Servizio Idrico Integrato, nonche' quella di tutti i presidenti dei sei Enti Gestori." Richiesta gia' avanzata 20 giorni fa dai consiglieri del Pd che, tuttavia, non ha ottenuto un riscontro.
"Siamo disponibili ad aprire un confronto con l'assessore regionale Di Paolo, con il Commissario e gli Enti gestori" aggiungono i consiglieri del Pd "ma la nostra posizione resta ferma: serve subito un Piano Strategico per evitare l'ipotesi dell'ingresso dei privati e vogliamo garanzie sulla gestione pubblica dell'acqua. I debiti da ripianare non possono essere scaricati sui cittadini per questo esprimiamo sin da subito la nostra contrarieta' all'aumento indiscriminato delle tariffe. "Avevamo avvertito la giusta necessita' di discutere della grave situazione dell'acqua gia' 20 giorni fa chiedendo una riunione in Commissione, il Commissario Caputi conferma che c'e' un'emergenza. Noi vogliamo affrontarla tenendo fede a due principi: gestione pubblica e nessun aumento delle tariffe per i cittadini. Il Pd ricorda inoltre che aveva sostenuto l'ATO unico regionale soprattutto per economizzare la gestione pubblica dell'acqua. Una posizione che e' stata poi confermata con il referendum. Se ci sono dei ritardi nell'attuazione della legge sul servizio Idrico (L.R. 9/2011) questi - concludono i consiglieri regionali - sono da attribuire al centro-destra: forse covano il desiderio dell'ingresso dei privati che arriverebbero come i salvatori della patria in un momento di emergenza"?
Carlo Costantini (Idv): grido d'allarme tardivo
“E' tardivo il grido di allarme del Commissario Caputi sulla gestione del servizio idrico in Abruzzo”. Lo afferma in una nota Carlo Costantini, capogruppo Idv in consiglio regionale facendo riferimento alle recenti dichiarazioni di Pierluigi Caputi, Commissario unico per la gestione commissariale del Sistema idrico integrato. “E' vero, infatti, - prosegue Costantini - che i Sindaci (ovviamente non tutti, ma la stragrande maggioranza) sono i principali protagonisti dello sfascio, avendo completamente abdicato dalla loro funzione di controllo, in cambio di contropartite di stampo esclusivamente clientelare. E' vero anche che, sempre i Sindaci, pure di recente, hanno premiato, confermando con votazioni quasi plebiscitarie, gli attuali consigli di amministrazione, a dimostrazione ulteriore di quanto siano ormai compromessi in questo scandalo. Ma è altrettanto vero che di fronte alle ripetute e macroscopiche violazioni di legge delle attuali gestioni - peraltro per anni stranamente ignorate sia dalla magistrature penale (anche in questo caso, in verità, non tutta), che da quella contabile - il Commissario Caputi avrebbe potuto fare molto di più e non limitarsi a richiamini e reprimende apparsi in molti casi solo un modo per prenderne le distanze e precostituirsi una linea difensiva. Oggi - conclude il capogruppo Idv - non ci ritroveremo con un buco di centinaia di milioni di euro, che rappresenta in assoluto, per le modalità con le quali si è determinato, il più grande costo della politica della storia dell'Abruzzo”.
L'affondo di Maurizio Acerbo (Rifondazione Comunista)
"La conferenza stampa del commissario Caputi non fa che confermare quanto il sottoscritto, Rifondazione Comunista e il forum dei movimenti per l'acqua denunciano da anni. Per noi si tratta della scoperta dell'acqua calda". E' quanto afferma il consigliere regionale di Rifondazione, Maurizio Acerbo. "Il sistema clientelare-affaristico - prosegue - va azzerato e non e' piu' accettabile lo scaricabarile ne' lo scontro tra gruppi di potere a spese dei cittadini. Se l'ACA e il CAM sono le societa' che stanno peggio - rileva l'esponente politico - e' evidente che parliamo di societa' targate PD. Sono i sindaci del PD che hanno confermato i vertici dell'ACA spa"
La presa di posizione della Cisl
"In questi mesi la situazione non poteva che aggravarsi e prendiamo atto che finalmente il Commissario dell'ATO Regionale ERSI, Ing. Caputi, ha avuto il coraggio di rappresentare alla collettivita' abruzzese lo stato delle sei Societa' di gestione pubblica che hanno avuto in house il servizio" idrico. E' quanto scrivono, in una nota, la Cisl Abruzzo e la Femca Abruzzo. Il sindacato si augura, ora, "che l'Ing. Caputi si dimetta per non avere denunciato in tempo questa situazione che ha determinato l'ulteriore aggravarsi di sintomi ben presenti gia' da diversi anni. Affidare ai Comuni che hanno gestito in questi anni il servizio in rappresentanza pubblica, come viene proposto, e' assolutamente improponibile. Il 3 maggio 2012, la CISL Abruzzo, insieme alla FEMCA regionale, lanciava un forte allarme sulle difficili condizioni del Servizio Idrico Integrato della regione Abruzzo richiedendo un immediato cambiamento. Essere stati inascoltati - affermano Maurizio Spina e Donatino Primante - ha reso quasi irrecuperabile la realizzazione di un progetto di riforma in grado di continuare la gestione pubblica del servizio idrico. E' giunta l'ora - affermano infine Spina e Primante - che la Regione metta insieme i Comuni e costituisca un'unica societa' pubblica, se ancora siamo in tempo, radicata sul territorio, gestita con efficienza ed economicita', con l'individuazione di manager all'altezza della gestione del servizio pubblico".
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