''C'e' bisogno di un'acquisizione di consapevolezza da parte dei sindaci, perche' la gestione dell'acqua non puo' essere politica''. Il commissario unico straordinario degli Ato abruzzesi, Pierluigi Caputi, pur non volendo entrare nel merito delle indagini che hanno portato ai sei arresti odierni, si dice convinto che si debba aprire ''una riflessione sul ruolo dei sindaci nella gestione del Servizio idrico integrato''. Il ruolo dei primi cittadini, secondo Caputi, che si sofferma sul ''grande consenso'' che il presidente dell'Aca aveva tra i sindaci, ''non e' cosi' scollegato dall'episodio odierno, che comunque resta un evento episodico''. Il commissario, nel ricordare che in tutta la regione ci sono ''200 milioni di euro di investimenti non fatti'', afferma che ''la responsabilita' non e' solo dei soggetti gestori, ma anche dei sindaci''. Nei mesi scorsi il commissario aveva denunciato la ''gravissima'' situazione della gestione dell'acqua in Abruzzo, con gli Ato impossibilitati ''a portare avanti le attivita' di competenza a causa dei mancati rimborsi e pagamenti da parte dei soggetti gestori''. Tra le situazioni principali situazione debitorie evidenziate nella relazione commissariale c'e' anche quella dell'Aca di Pescara, con 92 milioni di euro di debiti su ricavi di 43 milioni.
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