Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini ha respinto le dimissioni che il presidente dell'Ispra Bernardo De Bernardinis, ha presentato all'indomani di primo grado nei confronti dei componenti della commissione Grandi rischi. Il ministro Clini - si legge in una nota - confermando la fiducia nei confronti di De Bernardinis gli ha chiesto di restare alla guida della Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale.
"Hanno ragione quelli che dicono che l'unico precedente a questa sentenza e' quello di Galileo Galilei". Cosi' il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini ha commentato la condanna in primo grado degli esperti della commissione grandi rischi. Parlando davanti alla commissione ambiente della Camera dei Deputati, il ministro ha aggiunto: "in questa vicenda e' stata attribuita ad una valutazione scientifica un valore ordinativo. Questo e' assurdo. Per questo - ha proseguito Clini - ho ritenuto di non dover accettare le dimissioni di De Bernardinis". Augurandosi che la sentenza "venga ribaltata in appello", il ministro ha precisato che "non si tratta di una polemica nei confronti della magistratura" ma che esiste un pericolo concreto di vedere condannate tutte le previsioni avanzate da parte degli scienziati.
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I vertici della commissione grandi rischi hanno presentanto le dimissioni dai rispettivi incarichi. 'Non vedo le condizioni per lavorare serenamente', ha detto il presidente in carica della Grandi Rischi, il fisico Luciano Maiani. Con lui va via l'intero ufficio di presidenza, con Giuseppe Zamberletti e il vicepresidente, Mauro Rosi.
La Protezione civile lancia un monito: si arriverà 'alla paralisi delle attività di previsione e prevenzione, poiché è facile immaginare l'impatto di questa vicenda su tutti coloro che sono chiamati ad assumersi delle responsabilità in questi settori considerati i pilastri di una moderna Protezione civile'.
Il rischio è che si regredisca a oltre vent'anni fa, quando la protezione civile era solo soccorso e assistenza a emergenza avvenuta'.
Sentenza choc per i giapponesi, 'giacobina', per Roberto Vinci, anche lui nella Grandi Rischi, direttore dell'Istituto per le tecnologie della costruzione del Cnr. Vinci va via per due motivi: per 'autodifesa', 'per un fraintendimento totale delle responsabilita'', e perche' il tipo di accusa e di pena 'mi hanno fatto pensare ai tempi dei Giacobini'.
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