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Pubblicato il 29/04/2014 12:12

Svimez, calo demografico preoccupante

svimez

Un calo demografico che preoccupa: in dieci anni gli abitanti dei Comuni del Sud sono diminuiti di 420mila unita'. E dal Mezzogiorno si fugge per la mancanza di lavoro. E' quanto evidenzia la Svimez sulla base di dati Istat, e contenuti nel numero monografico della Rivista economica del Mezzogiorno, presentato oggi a Napoli. Al Centro-Nord, dati alla mano, nello stesso periodo la popolazione e' cresciuta del 6,8% e la Svimez lancia la necessita' di predisporre un piano di primo intervento e rigenerazione urbana come driver di sviluppo. Nel 2013 il tasso di occupazione del Mezzogiorno si e' fermato al 42% contro il 63% del Centro-Nord; a livello di aree urbane, la provincia di Milano arriva al 66,5%, Torino al 62%, Roma al 59%; al Sud invece Bari supera la media meridionale con il 45%, mentre Palermo e Napoli si attestano rispettivamente al 37% e al 36%. Ancora piu' bassa l'occupazione femminile: se a Milano sono occupate due donne su tre, con un tasso di occupazione del 61%, a Napoli e a Palermo i numeri si invertono: solo una su quattro e' occupata, pari al 25% (media Mezzogiorno 30%). Penalizzati anche i giovani: se nel 2013 gli under 34 occupati al Centro-Nord sono il 48%, a Bari sono il 32%, a Palermo il 23% e a Napoli soltanto il 22%. Impressionanti anche i numeri della disoccupazione: i giovani under 34 disoccupati sono a Bari il 33%, a Palermo il 38% e a Napoli addirittura il 44%. ''In dieci anni, in base ai dati disponibili dall'ultimo censimento - ha detto Riccardo Padovani, direttore di Svimez - i Comuni del Mezzogiorno con popolazione superiore a 150mila abitanti hanno perso oltre 420mila abitanti, pari a un crollo quasi del 13%, Napoli ha perso 42mila abitanti, Palermo 29mila; nello stesso periodo i comuni del Centro-Nord sono cresciuti di oltre 530mila unita', con un incremento del 6,8%''. Per questo secondo la Svimez e' urgente un ''piano strategico nazionale e meridionale di primo intervento'' che punti sulla rigenerazione urbana per trasformare il degrado a cui stanno andando incontro le citta' meridionali in un'opportunita' di sviluppo e di ripresa della crescita. Per Francesco Tuccillo, presidente dell'Acen, Associazione costruttori edili di Napoli, ''per rendere la citta' piu' moderna e competitiva e' necessario puntare sulla riqualificazione urbana di vaste aree del nostro territorio''. ''In questo senso, mentre la filosofia del Piano Regolatore Generale sembra andare incontro alle esigenze di rigenerazione e della riqualificazione della citta' - ha concluso - le norme attuative da una parte e la troppa la burocrazia dall'altro, ne frenano la completa realizzazione'

L'incremento di 112mila unita' in dieci anni, dal 2001 al 2011, sul totale dei comuni italiani over 150mila abitanti, e' dovuto essenzialmente ai comuni del Centro-Nord, passati dai 7.801.554 abitanti del 2001 agli 8.335.183 del 2011. Dinamica opposta nell'altra ripartizione, scesa dai 3.274.728 del 2001 a 2.853.632 del 2011. A livello comunale, a parte l'eccezione di Milano, che perde 14mila abitanti, Torino cresce di oltre 7mila, Roma di oltre 70mila, mentre Napoli perde quasi 43mila abitanti, Palermo oltre 29mila e Bari resta quasi stazionaria, con circa 600 abitanti in meno. Guardando invece alle province delle aree metropolitane, aumentano i segnali positivi, ma quelli del Mezzogiorno sono decisamente piu' tiepidi. Se infatti dal 2001 al 2011 la provincia di Torino aumenta di oltre 82mila unita' (+3,8%), Milano di 97.841 unita' (+3,3%), e Roma quasi di 300mila (+8%), la provincia di Bari cresce di sole 29mila unita' (+2,4%), Palermo di 7.600 (+0,6%), mentre Napoli perde 4.240 unita'. Le citta' si svuotano anche per effetto delle migrazioni, dovute alla carenza di lavoro. Se infatti nel Centro-Nord gli immigrati dal 2001 al 2011 (1.182.849) superano gli emigrati (660mila), portando in attivo il saldo e oltre 520mila abitanti in piu', di cui oltre 10mila a Milano, quasi 54mila a Torino e 64mnila a Roma, nello stesso periodo il Mezzogiorno lamenta una perdita di 523.726 persone: gli immigrati, 651mila, sono circa la meta' degli emigrati, 1.175.426, di cui 160mila nella sola Napoli, oltre 50mila a Palermo e 26mila a Bari. Secondo la Svimez il Mezzogiorno sara' investito nei prossimi anni da un vero e proprio "tsunami" dalle conseguenze imprevedibili. Le previsioni in relazione ai sistemi locali del lavoro indicano poi che dal 2010 al 2050 il Mezzogiorno perdera' quasi 2,7 milioni di persone, di cui 900mila solo nelle tre province metropolitane di Napoli (-439mila), Bari (-322mila), Palermo (-152mila), a fronte di una crescita di oltre 4 milioni di abitanti nel Centro-Nord, di cui 280mila unita' a Roma e di oltre 500mila a Milano.

 

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