"Oggi in tantissime scuole italiane gli studenti hanno boicottato i test Invalsi. Con scioperi bianchi, presidi, flash mob e assemblee si sono rifiutati di compilare prove incapaci di valorizzare le intelligenze e che li considerano solo numeri su un registro". Cosi' Carmen Guarino, rappresentante dell'Unione degli studenti. Che, poi, ha aggiunto: "In questi giorni, inoltre, striscioni, volantini e manifesti hanno invaso le scuole di tante citta' italiane. 'Vogliamo essere valutati, non schedati!' e' il grido di battaglia che si legge a Siena, Pisa, L'Aquila, Genova, Napoli, Salerno, Bari, Torino, Catania, Roma, Milano". Le proteste in questione rappresentano, secondo l'Uds, "un vero e proprio atto di disobbedienza civile che attraversa il Paese dal Nord al Sud e che vuole ribadire che valutare non vuol dire misurare, schedare, fare classifiche e competizioni, standardizzare la didattica. Valutare vuol dire dare valore, valorizzare le capacita', migliorare la didattica, cooperare e permettere a tutti di capire e superare i propri limiti".
"I test Invalsi incarnano un'idea di valutazione che e' dannosa per la scuola pubblica, ha affermato Guarino. Che ha, poi, sottolineato come "in tutti gli altri Paesi europei la valutazione esterna dei sistemi d'istruzione si fa somministrando test a risposta chiusa, ma a campioni ristretti di studenti e con un alto livello di riflessione sugli effetti negativi che questi hanno sull'apprendimento. Non pochi Paesi stanno, infatti, abbandonando i quiz. In Italia, invece, il sitema dei test e' stato rafforzato. Nonostante le numerose voci di critica, i quiz vengono distribuiti censuariamente a tutti gli studenti e - piu' che un'indagine statistica - costituiscono una vera e propria riforma della didattica calata dall'alto"
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