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Pubblicato il 06/10/2012 00:12

Cna boccia la riforma delle Ater dell'Abruzzo

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Scardecchia: "Servono programmi di social housing"

Il responsabile di Cna Costruzioni, Federico Scardecchia, boccia i progetti di riforma presentati in Consiglio regionale sulla riorganizzazione delle Ater. «Nell’ipotesi presentata dalla Giunta regionale – esordisce Scardecchia - le cinque Ater con sede a Teramo, L'Aquila, Chieti, Pescara e Lanciano resteranno tutte dotate di un proprio consiglio di amministrazione e di una propria struttura operativa, alla faccia del clima di spending review che regna nel Paese. Oltretutto, in presenza di organismi che in questi anni, e a costi elevatissimi per la collettività, non si sono rivelati in grado né di attrarre investimenti né di fare adeguata manutenzione agli immobili che gestiscono. E, in alcuni casi, nemmeno di riscuotere i canoni di affitto». A detta di Cna Costruzioni, è vero che la proposta presentata dal gruppo regionale del Pd «riduce i cinque consigli di amministrazione a uno solo a livello regionale, ma lascia la gestione e l'amministrazione nelle cinque articolazioni attuali, ciascuna con un dirigente. La proposta è apprezzabile in una logica di riduzione dei costi, ma noi chiediamo che le funzioni di gestione ed amministrazione seguano l'articolazione futura delle Province, scendendo da cinque a due sole».

In ogni caso, secondo l’associazione delle piccole imprese edili della Cna, resta la sensazione, in tutte e due le proposte, di un progetto di riforma abortito: «Al nostro mondo serve un interlocutore informato, efficiente e competente per proporre contratti di manutenzione programmata e valorizzazione del patrimonio e programmi di “social housing”, uno strumento tecnico in grado di far dialogare lo Stato, le imprese e le banche su programmi complessi di trasformazione urbana». Critiche di diverso tenore, Cna Costruzioni le riserva infine alla nuova legge sull’edilizia approvata di recente a Palazzo dell’Emiciclo: «In maniera caotica e sofferta è stato varato un provvedimento che non muta gli standard urbanistici e presenta diverse contraddizioni».  

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