I mutui casa sono sempre più cari, le compravendite immobiliari nel primo trimestre dell'anno sono scese del 17,8% raggiungendo i livelli del 2009 e per le costruzioni è crisi profonda: in un anno il settore edilizia ha avuto una flessione del -1,36% con 97.800 occupati in meno. Le cifre diffuse dall'Ufficio studi di Confartigianato tracciano un quadro a tinte fosche del settore e fotografano una situazione drammatica.
"Le rilevazioni del nostro centro studi - afferma Angelo Taffo - presidente di Confartigianto Abruzzo - dicono che in un solo anno i mutui sono schizzati all'insù del 103%, una percentuale che ci allontana molto dal resto dell'Europa, dove i tassi sono inferiori al 62%. Sul fronte mutui - precisa il presidente dell'associzione degli artigiani - a fine 2011 lo stock di mutui alle sole famiglie consumatrici (al lordo delle cartolarizzazioni e per gli ultimi dati disponibili) era pari a 317.868,7 milioni di euro, ripartiti per l'80,7% nel Centro-Nord e per il restante 19,3% nel Mezzogiorno. A livello regionale gli aumenti maggiori che si sono registrati sono quelli di Abruzzo (9,7%), Trentino-Alto Adige (8,9%) e Umbria 7,6% mentre in coda si trovano Emilia-Romagna (2,4%), Liguria (2,9%) e Valle d'Aosta (3,1%)". Gli italiani, secondola rilevazione, per pagare il mutuo erodono in media il 30, 9% del loro reddito, con punte del 39,2% in Lombardia.
"Tra rincari e mutui - prosegue Taffo - sono in difficoltà sei italiani su dieci e un 6% non riesce ad arrivare a fine mese. Si sta innescando un circolo vizioso e pericoloso. Se i mutui aumentano, le case rimangono invedute con conseguenze pesanti per il settore dell'edilizia. Tra giugno 2011 e lo stesso periodo del 2012 le imprese di cotruzioni sono diminuite dell'1,36% con un conseguente calo dell'1,67% anche delle imprese artigiane che rappresentano il 64, 2% del settore. Numeri che fanno spavento: se non si adotteranno al più presto soluzioni efficaci e concrete migliaia di piccole imprese rischiano di chiudere e moltissimi lavoratori perderanno il posto". A pesare come una zavorra sulle aziende c'è anche il costo dell'energia elettrica. Dallo studio emerge, infatti, che la bolletta elettrica nazionale è la più cara in Europa.
"Lo scorso anno gli imprenditori italiani hanno pagato 10.007 milioni di euro in più rispetto alla media europea - puntualizza Angelo Taffo - . Tra il 2009 ed il 2011 in Italia i rincari si sono attestati intorno all'11% mentre nell'UE si sono fermati al 5, 9%. C'è assoluta urgenza di una strategia energetica nazionale - conclude - per allineare i prezzi dell'elettricità per uso industriale, altrimenti è inutile parlare di competitività con gli altri paesi dell'UE". A gonfiare la bolletta energetica contribuisce anche la pressione fiscale che incide del 21, 1% sul prezzo finale.
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