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Pubblicato il 11/02/2013 18:06

Confesercenti, in Abruzzo persi 5.000 posti di lavoro in 5 anni

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Tra il 2007 e il 2012 chiuso un negozio di abbigliamento su 5

In Abruzzo, tra il 2007 e il 2012, un negozio di abbigliamento su cinque ha chiuso i battenti; hanno inoltre cessato l'attivita' il 19,3% delle rivendite alimentari e il 9,7% delle strutture ricettive. Complessivamente il terziario abruzzese ha perso 5.117 posti di lavoro fra titolari e dipendenti. E' quanto emerge da uno studio elaborato da Confesercenti Abruzzo. La situazione piu' preoccupante e' quella del settore dell'abbigliamento, che registra la chiusura del 22% delle attivita', ben oltre la media nazionale, con una riduzione del reddito d'impresa di quasi il 20%. A pesare e' stata anche la mancata programmazione delle aperture di grande distribuzione, che ha fatto dell'Abruzzo 'un esempio negativo in Italia'. Note positive, invece, arrivano dai settori tradizionalmente anticiclici, come i pubblici esercizi (+6%) e le partite Iva (+10,6%) nel campo dell'intermediazione, ultima spiaggia per tanti lavoratori che non trovano spazio come dipendenti. Cresce inoltre il numero dei commercianti ambulanti (+15,2%), sia per l'apporto degli immigrati, sia per la scelta di tanti negozianti che, chiuse le attivita', si dedicano alla vendita nei mercati itineranti.

Per quanto riguarda il Fisco, ogni imprenditore abruzzese nel 2012 ha sborsato 11.363 euro, di cui 1.508 per gli enti locali, con la tassazione locale che e' cresciuta del 5,5%. Sul fronte creditizio, fra il 2007 e il 2010, le sofferenze bancarie in Abruzzo sono cresciute del 64,8%, superando i 460 milioni di euro. In tal senso, se da un lato le regioni italiane hanno destinato ai Confidi oltre 800 milioni di euro, l'Abruzzo, unica in Italia, ha erogato lo 'zero assoluto'. Il 2012, nel complesso, e' uno degli anni di maggior cambiamento negativo per le piccole e medie imprese abruzzesi: 3.379 le imprese artigiane che hanno cessato l'attivita', con un saldo pari a -1.048. Nel commercio il saldo negativo e' stato pari a -874 unita', con il record negativo di Pescara, dove il saldo e' di -365 unita'. Sostegno alla domanda interna, alleggerimento della pressione fiscale, snellimento della burocrazia, programmazione nuova della distribuzione commerciale e sblocco dei fondi per il credito alle imprese. Queste, di fronte ad una situazione 'drammatica', le priorita' per garantire la sopravvivenza delle piccole e medie imprese abruzzesi.

Ad illustrarle e' stata la Confesercenti, nell'ambito della mobilitazione nazionale 'L'impresa presenta il conto'. Alla manifestazione abruzzese, che si e' svolta nella sede pescarese dell'associazione, hanno preso parte il presidente ed il direttore di Confesercenti Abruzzo, Beniamino Orfanelli e Enzo Giammarino, assieme ai presidenti e ai direttori provinciali. 'Confesercenti - ha affermato Orfanelli - lancia alle istituzioni una serie di richieste precise. Accanto al non piu' rinvivabile sostegno alla domanda interna, la priorita' e' l'alleggerimento della pressione fiscale, che pero' deve avere una tempistica precisa: le aziende devono sapere quando e in che entita' le tasse verranno ridotte'. 'Occorre alleggerire la pressione burocratica - ha aggiunto il presidente di Confesercenti Abruzzo - togliendo il fiato sul collo che le imprese sentono quotidianamente. E' inoltre necessaria una programmazione nuova della distribuzione commerciale, che rafforzi il commercio urbano come modello di sviluppo sostenibile e di qualita''. 'Bisogna poi sbloccare rapidamente i fondi per il credito alle imprese - ha evidenziato Orfanelli -, le cui sofferenze sono totalmente a carico delle cooperative di garanzia. In assenza di un intervento regolatore dello Stato e degli enti locali - ha concluso -, Confesercenti sta cercando autonomamente, in una sperimentazione a carattere nazionale, di trovare un'intesa con i proprietari degli immobili per il contenimento del caro-affitti'.

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