La Coldiretti, la Confagricoltura e la Confederazione Italiana Agricoltori dell'Aquila hanno chiesto con una nota ufficiale l'intervento del Prefetto, Francesco Alecci, in riferimento allo stato in cui versano i depuratori del Fucino "addirittura peggiorato rispetto all'autunno scorso, tanto che probabilmente non sara' possibile rimuovere il divieto di irrigazione con le acque dei canali in un vasto comprensorio di alcune migliaia di ettari". "Comprende perfettamente - si legge nella nota congiunta - che tale divieto impedira' agli agricoltori interessati di programmare per tempo le coltivazioni con danni economici rilevanti per l'agricoltura e il suo indotto. Vogliamo ricordare che l'agricoltura del Fucino e' il comparto economico piu' importante del comprensorio, rappresenta il 25% del Pil agricolo regionale, occupa circa 2.000 imprese agricole, 400 delle quali assumono oltre 9.800 lavoratori, vi sono 60 centri di condizionamento di prodotti orticoli che alimentano vasti mercati nazionali ed esteri". "E' facile intuire - si prosegue nella nota - come questa evenienza possa distruggere in un attimo, come si e' gia' verificato nella famigerata 'terra dei fuochi', il frutto del lavoro di una moltitudine di operatori agricoli con conseguenze gravi per l'occupazione, sul piano sociale e dell'ordine pubblico. Anche in questo caso, purtroppo, le amministrazioni pubbliche invece di attivarsi per la soluzione dei problemi si accapigliano sulla sciagurata gestione del CAM che non riesce ad assicurare il servizio della depurazione delle acque".
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