Identificare lo stato dell’arte dei rapporti tra banche e piccole e medie imprese (PMI) nel contesto economico abruzzese; sottolineare la strategicità delle risorse finanziarie per lo sviluppo delle imprese, specialmente nel caso di congiunture negative e rimarcare la tradizionale “bancocentricità” dell’indebitamento delle PMI italiane. Sono questi i grandi obiettivi che hanno indotto il Comitato Piccola Industria di Confindustria Abruzzo ad attuare una ricerca relativa al rapporto Banca-Impresa.
"Il Comitato - si legge nel rapporto - ha voluto promuovere la ricerca sul rapporto tra le aziende di minori dimensioni ed il sistema bancario in quanto esso insieme alla Burocrazia, rappresenta, da sempre – ed ancor di più nell’attuale situazione di crisi finanziaria ed economica – il principale problema che le imprenditrici e gli imprenditori abruzzesi si trovano a fronteggiare. Il credito bancario, rappresenta la fonte fondamentale di finanziamento per le piccole e medie imprese italiane, stante l’elevata frammentazione del tessuto industriale nazionale e la mancanza di mercati finanziari coerenti con la piccola dimensione".
Il rapporto parte con l'analisi del contesto di riferimento europeo Banca Centrale Europea II semestre 2012, dalla quale emerge che la quota di PMI che hanno riferito un aggravamento nell’accesso al credito nel II trimestre è pari al 22% (+2% rispetto al I trimestre); la quota di PMI a cui sono state rifiutate richieste di finanziamento nel II semestre si attesta sul 15% (+2% rispetto al trimestre precedente) e la quota di PMI che dichiarano che il credito è stato il loro maggior problema nel II trimestre si ferma al 18% (+1%rispetto ai tre mesi precedenti).
Tra i molti dati analizzati, emerge che secondo il 48,1% delle imprese abruzzesi la qualità complessiva del rapporto banca-impresa è peggiorato, mentre per il 47,8% è rimasto stabile. Nello specifico per il 41,8% delle aziende aquilane è peggiorato; 43,2% a Chieti, 64,9 per cento a Pescara e a Teramo per il 46.7%.
E’ proprio dal ruolo delle banche che si constata la maggiore difficoltà di “movimento” da parte delle aziende. Parliamo dei problemi di multi affidamento, del rischio di rimanere ostaggi della propria banca. Ma anche di una grande quantità di imprese, e non è certamente un dato nuovo, che si vedono rifiutato il credito. A soffrire, in questi termini, sono soprattutto quelle più piccole, che non superano i 15 dipendenti.
Il rapporto è stato stilato utilizzando una fase di ricerca quantitativa, un questionario a risposte chiuse, con la possibilità di restare anonimi, somministrato ad un campione di circa 400 associati delle organizzazioni territoriali di Confindustria Abruzzo.
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