La tassa di soggiorno in Italia si paga - anche se non in tutte le localita' - in tutte le Regioni, con l'eccezione dell'Abruzzo e del Friuli Venezia Giulia.
Per gli italiani che, stanchi di pagare tasse, balzelli ed imposte, decidessero quest'estate di soggiornare in una localita' balneare senza dover forzatamente versare anche questa tassa, la scelta delle destinazioni "tax free" diminuisce rispetto alla passata stagione estiva. E' anche vero - sottolinea una ricerca, pubblicata dall'Ansa - condotta dalla societa' di consulenza turistica Jfc - che districarsi tra periodi di applicazione, tipologie di clienti esonerati dal pagamento, imposta differenziata a seconda della tipologia di struttura, etc. diventa sempre piu' complesso e, di certo, questo modello di autonomia locale lasciato completamente alla singola decisione dell'amministrazione di turno non agevola il turismo, soprattutto in un periodo difficile come quello attuale.
"L'imposta di soggiorno - afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e responsabile dell'Osservatorio Nazionale sulla tassa di soggiorno - rappresenta indubbiamente un'azione di de-marketing per le localita' turistiche che hanno deciso di applicarla".
L'imposta di soggiorno, pero', non crea confusione solo per i clienti ma anche tra i tour operator, soprattutto esteri: i quali affermano, infatti, che e' per loro difficile riuscire a comprendere non solo la "mappatura" delle localita' che hanno introdotto questa tassa, ma anche i criteri e le regole di applicazione (lo studio e' basato su interviste a 65 tour operator stranieri che operano in Germania, Francia, Austria, Polonia, Spagna, Gran Bretagna, Benelux, Paesi Scandinavi, Russia, Cina, Usa, Brasile, Canada ed India).
"Dalla rilevazione effettuata nei confronti dei tour operator internazionali - conferma Massimo Feruzzi - emerge un forte senso di incomprensione verso questa imposta, che viene considerata dagli intermediari commerciali dei Paesi stranieri come un limite oggettivo all'incremento dei flussi turistici verso le localita' che l'hanno applicata: spesso un motivo di non scelta della destinazione stessa".
Dallo studio emerge dunque che in nessuna localita' balneare del Friuli Venezia Giulia e dell'Abruzzo si paghera' la tassa di soggiorno nell'estate 2013, anche se vi sono alcune destinazioni, in Abruzzo, dove la discussione e' molto accesa ed e' forte lo scontro tra operatori ed amministrazione comunale.
Le regioni con il maggior numero di localita' balneari dove si paghera' la tassa di soggiorno sono invece la Campania, con 22 localita', seguita dalla Toscana (17), Calabria (13) e Puglia (10).
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