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Pubblicato il 15/02/2013 07:07

La Cgil lancia la battaglia sui beni confiscati alla criminalità

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Di Cesare: troppo spesso gli abruzzesi non sono consapevoli di come la presenza della mafia sia un dato strutturale nella nostra regione

'In Italia ci sono 1.663 aziende confiscate alla mafia. Le nostre stime al ribasso parlano di 80 mila lavoratori coinvolti. Tale fenomeno non ha una strumentazione che consenta di trovare la via della legalita' e di risolvere i problemi economici delle imprese e, soprattutto, dei lavoratori'. Lo ha affermato a Pescara il responsabile Legalita' e sicurezza della Cgil nazionale, Luciano Silvestri.

Il sindacalista ha preso parte ad un'iniziativa organizzata in Abruzzo per promuovere e per avviare la raccolta firme relativa al progetto di legge di iniziativa popolare finalizzato a restituire alla collettivita' i beni e le aziende sottratte alla mafia. Promotori dell'iniziativa, oltre alla Cgil, sono, tra gli altri, le associazioni Libera, Arci, Acli, Sos Impresa e Legacoop.

'Al momento, l'80% delle aziende, dopo la confisca, cessa l'attivita' - ha evidenziato Silvestri -. La nostra iniziativa ha l'obiettivo di aumentare la percentuale, oggi ferma al 20%, delle imprese che riscoprono la via della legalita' e sopravvivono. Il rischio - ha aggiunto - e' che passi il messaggio devastante che quando c'e' la mafia si lavora, mentre quando subentra lo Stato no. Questa e' una sconfitta che non possiamo permetterci'. 

 'In Abruzzo e' necessario costruire un'impostazione culturale diversa, perche' troppo spesso gli abruzzesi non sono consapevoli di come la presenza della mafia sia un dato strutturale nella nostra regione'. Lo ha affermato il segretario regionale della Cgil, Gianni Di Cesare, a margine dell'iniziativa organizzata per avviare sul territorio la raccolta firme relativa al progetto di legge di iniziativa popolare su beni e aziende sottratte alle mafie.

In Abruzzo i dati parlano di 14 beni sequestrati ed affidati all'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni confiscati, tra cui due aziende. 'I numeri - ha spiegato pero' Di Cesare - sono assolutamente parziali e stiamo cercando di costruire relazioni con le associazioni e con le istituzioni proprio con l'obiettivo di analizzare il fenomeno nella nostra regione'.

'Con la crisi del credito, che colpisce cosi' duramente l'Abruzzo - ha aggiunto il segretario regionale della Cgil - molti si rivolgono ad altri per risolvere i problemi e da li' il passo perche' la mafia si impossessi di un'azienda e' breve. L'iniziativa odierna dimostra la volonta' di cominciare ad affrontare la questione'.

Anche in Abruzzo, come nel resto d'Italia, il 10 marzo ed il 30 aprile - giorni dell'uccisione di Placido Rizzotto e di Pio Falcone per mano della mafia - si svolgeranno eventi nelle piazze della regione per promuovere la raccolta firme. La Cgil, inoltre, lancera' un appello ai candidati nell'ambito delle elezioni politiche affinche' aderiscano all'iniziativa. 

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