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Pubblicato il 31/08/2014 08:08

Rivisondoli, convegno sugli stili di vita

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Nel 2005 solo il 34% della popolazione seguiva una dieta alimentare equilibrata per arrivare nel 2007 a un picco negativo del 19%. Questo porta non solo ad avere una popolazione piu' a rischio ma anche a costi sanitari sempre piu' alti per il Paese. Questo quanto emerso dal convegno dal titolo 'Dieta Mediterranea e sport: quando la crisi economica minaccia uno stile di vita', organizzato a Rivisondoli dalla Fondazione Neuromed in collaborazione con l'Universita' Luiss. La Fondazione accompagnera' la squadra di calcio dell'Universita' romana quale sponsor ufficiale. Gli atleti della squadra di calcio della Luiss in questo periodo sono impegnati nel centro abruzzese per gli allenamenti pre-campionato "La salute si muove oggi per fasce di reddito - ha detto Marialaura Bonaccio, ricercatrice al Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizionale illustrando il rapporto costo-benefici dell'adesione alla Dieta mediterranea - in questo contesto le abitudini di vita risultano essere migliori nelle fasce alte della societa' vale a dire nei ceti piu' agiati economicamente. Questo e' il profondo divario che ha tracciato la crisi economica a causa della quale oggi il costo del cibo fresco, della frutta, della verdura e delle sane abitudini di vita hanno lasciato il posto a quelle piu' economiche e meno salutari. Nonostante la Dieta mediterranea sia nata dalle fasce piu' povere della societa', ed in particolare dal Sud Italia, oggi viene seguita prevalentemente dalla fasce piu' ricche indipendentemente dal grado di istruzione". "I fattori di protezione quali l'attivita' fisica e la Dieta mediterranea - ha spiegato quindi il Capo del Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizionale dell'Irccs Neuromed, Licia Iacoviello - incidono non solo sulla salute ma anche sulla spesa sanitaria di una nazione in quanto riducono il rischio di ammalarsi e di morte; purtroppo solo il 30% della popolazione segue un livello minimo di attivita' fisica che non e' sufficiente a garantire il mantenimento dello stato di salute. Se poi all'attivita' fisica, moderata o intensa, aggiungiamo la giusta alimentazione possiamo davvero prevenire l'insorgenza di numerose malattie cardiovascolari, oncologiche". Secondo l'esperta la Dieta mediterranea "risulta essere la migliore con le sue cinque porzioni di frutta e verdura a giorno, il consumo di pesce e la riduzione di grassi e carne". Purtroppo pero' la crisi economica ha allontanato i cittadini dai cibi freschi e sani verso i cibi supercalorici perche' meno costosi. "Studiare gli stili di vita e in questo caso la Dieta mediterranea - ha sottolineato il responsabile del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell'Irccs Neuromed, Giovanni de Gaetano - presuppone un approccio multidisciplinare. L'attuale sistema sanitario nazionale e' impostato sulla malattia, impiegando solo il 4% delle risorse in prevenzione, ma non sul mantenimento dello stato di salute". 

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