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Pubblicato il 27/07/2013 00:12

Svimez conferma le previsioni, Abruzzo aumenta l'occupazione dello 0.2%

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Il periodo di riferimento va dal 2008 al 2012

Al Sud, pur essendo presente appena il 27% degli occupati italiani, si concentra il 60% delle perdite di posti di lavoro determinate dalla crisi. Il Mezzogiorno tra il 2008 e il 2012 registra una caduta dell'occupazione del 4,6%, a fronte del -1,2% del Centro-Nord. Delle 506 mila persone che in Italia hanno perso il posto di lavoro, ben 301 mila sono residenti nel Mezzogiorno. E' quanto emerge dalle anticipazioni del Rapporto Svimez 2013 sull'economia del Mezzogiorno. I disoccupati al Sud sono passati da 978 mila del 2011 a 1,281 milioni del 2012, per un tasso di disoccupazione che sale dal 13,6% al 17,2%; nel 2008 era al 12%. La Svimez stima un nuovo balzo della disoccupazione al 18,8% nel 2013 (valore piu' del doppio del 9,1% nel Centro-Nord) e al 19,1% nel 2014. Riguardo all'occupazione, secondo le stime Svimez, nel 2013 l'intero Mezzogiorno perde quasi il 2%, mentre il calo e' piu' contenuto nelle altre ripartizioni (Nord-Est -1,1%, Centro e Nord-Ovest -1,3%). A livello regionale in difficolta' soprattutto la Campania (-2,5%), Sardegna (-2,4%), Calabria (-2,2%) e Molise (-2%). Quadro decisamente diverso invece nel 2014, dove tra le regioni del Mezzogiorno e del Centro-Nord si apre uno deciso spartiacque: negative le prime, positive le seconde. Se infatti il Nord segna +0,2% e il Centro +0,1%, con valori compresi tra +0,1% della Liguria e +0,4% dell'Emilia Romagna, il Sud rallenta a -0,1%. Solo l'Abruzzo (+0,2%), la Basilicata e la Sardegna (+0,1%) registrano segni positivi. Le altre regioni oscillano tra -0,2% (Calabria, Sicilia, Molise) e Campania (-0,3%).

 Tra il 2001 e il 2011 sono migrate dal Mezzogiorno verso il Centro-Nord oltre 1,3 milioni di persone, di cui 172 mila laureati. Non si e' mai interrotta l'emigrazione all'estero: nel complesso del decennio in esame sono emigrati all'estero 180 mila meridionali di cui 20 mila sono laureati. Nel 2000 i laureati meridionali che emigravano erano il 10,7% del totale di quanti si trasferivano al Centro-Nord; nel 2011 sono saliti al 25%, un quarto del totale. E' quanto emerge dalle anticipazioni del RapportoSvimez 2013 sull'economia del Mezzogiorno. Nel solo 2008, prima della crisi economica, il Sud ha perso oltre 122 mila residenti, trasferiti nelle regioni del Centro-Nord, a fronte di un rientro di circa 60 mila persone: una perdita di popolazione tripla rispetto a quella degli anni ottanta. Nel 2011, in presenza di una leggera ripresa della domanda di lavoro nelle regioni forti del Nord, il flusso e' di nuovo cresciuto e, fatto nuovo, in contrasto con il riacutizzarsi della crisi, questa tendenza sembra essersi consolidata nel 2012, pur in presenza della recessione. "Accanto ai trasferimenti di residenza - spiega la Svimez - si e' andata consolidando una nuova forma migratoria determinata dalla precarieta' del lavoro e dai relativamente piu' bassi livelli retributivi che i nuovi migranti meridionali trovano nel Nord: il 'pendolarismo di lungo periodo'. Si tratta di spostamenti temporanei, legati al lavoro, che superano il consueto pendolarismo giornaliero, ma che non consentono cambiamenti di residenza anagrafica". Nel 2008, il fenomeno interessava circa 173 mila meridionali. Nel 2011 i pendolari Sud-Nord, dopo la forte flessione del biennio 2009-2010 in cui erano scesi a 130 mila, sono risaliti a 140 mila unita' e nel 2012 hanno superato le 155 mila unita. 

"Una misura piu' ampia degli squilibri tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, che includa tra i non occupati anche i lavoratori che usufruiscono della Cig - spiega la Svimez - e che cercano lavoro non attivamente (cioe' coloro che potremmo definire "scoraggiati"), risulterebbe a livello nazionale di oltre 6 punti superiore al tasso di disoccupazione ufficiale. Nella media del 2012, il 'tasso di disoccupazione corretto' salirebbe al 17% a livello nazionale, dall'11,6% del 2008, come sintesi di un tasso corretto del 28,4% nel Mezzogiorno (quasi 12 punti in piu' del tasso ufficiale) e dell'11,9% nel Centro-Nord, quasi quattro punti in piu' del tasso ufficiale (rispettivamente, 22,5% e 6,5% nella media del 2008)". 


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