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Pubblicato il 05/07/2013 23:11

Svimez, Abruzzo aperto ai mercati internazionali

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Il presidente Adriano Giannola: l'austerity fine a se stessa è il suicidio dell'economia

Abruzzo regione intermedia nel panorama italiano, con alti tassi di scolarizzazione, disoccupazione contenuta, una densita' industriale e un grado di apertura ai mercati internazionali poco distante dal Centro-Nord. E' quanto emerge dalla nota Svimez sui recenti andamenti economici della Regione ''L'Abruzzo nella crisi dell'economia italiana. Quali strategie per la ripresa dello sviluppo?'' presentata nel corso del convegno ''Abruzzo, Mezzogiorno, Europa nella grande recessione economica. Quale futuro?'' organizzato dalla fondazione PescarAbruzzo. Secondo l'associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno, all'Abruzzo ''serve pero' una spinta ulteriore verso una politica industriale attiva contro il rischio desertificazione e a sostegno della crescita dimensionale delle aziende, che valorizzi le aree interne con politiche di rigenerazione urbana, turismo verde, e le opportunita' dell'Area Vasta Pescara-Chieti identificata dalla Svimez''.

Il presidente dello Svimez, Adriano Giannola, ha presentato i dati sull'Abruzzo che hanno messo sotto la lente di ingradimento tutti gli indicatori economici.

Nel quinquennio di crisi 2008-2012 la perdita di prodotto media annuo in Abruzzo è stata di poco superirore a quella media italiana (1.7% contro 1,4%) ma più contenuta rispetto a tutte le altre regioni meridonali. 

Nel 2012 il PIL per abitante, è risultato in Abruzzo pari a 21.244,7 euro, con un valore pari al 123% del prodotto medio pro capite del Mezzogiorno e all'82,6% di quello medio italiano. Si conferma dunque la Regione meridionale con il più elevato livello di prodotto per abitante. 

Sul fronte del Prodotto interno lordo, l'Abruzzo nel 2012 ha perso il 3,6%, contro una media nazionale del 2,4% ma, in ogni caso, la regione si conferma come la regione meridionale con il piu' elevato livello di prodotto per abitante, pari a 21.244,7 euro, il 123% del prodotto medio pro capite del Mezzogiorno e l'82,6% di quello medio italiano. Questi alcuni dati contenuti nel rapporto Svimez sui recenti andamenti economici della Regione ''L'Abruzzo nella crisi dell' economia italiana. Quali strategie per la ripresa dello sviluppo?'' presentata al convegno ''Abruzzo, Mezzogiorno, Europa nella grande recessione economica. Quale futuro?'' organizzato dalla fondazione PescarAbruzzo. All'incontro hanno preso parte, tra gli altri, il presidente Svimez, Adriano Giannola, il presidente della fondazione PescarAbruzzo, Nicola Mattoscio, il governatore dell'Abruzzo, Gianni Chiodi, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini. ''L'Abruzzo - ha detto Giannola commentando i dati - si attesta in una situazione intermedia tra le regioni del Nord, che stanno andando peggio e convergono dall'alto verso il basso, e quelle del Sud, che stanno scendendo a prescindere. L'Abruzzo si colloca in una situazione di relativa stabilita', seppure drammatica. E' una realta' in bilico mentre altre realta' sono nel precipizio''. Ecco la fotografia Svimez dell'economia in Abruzzo:

- POSIZIONE IN EUROPA: L'Abruzzo nel 2010 si e' classificato al 164/mo posto della graduatoria Eurostat, al di sopra di tutte le altre regioni del Sud, e non molto distante dal Centro Nord.

- EXPORT: Per quanto riguarda le esportazioni, nel 2012 sono crollate del 4,8%. La regione ha comunque all'interno del Sud il maggior grado di apertura ai mercati internazionali, con un peso sul totale dell'export meridionale pari al 22,1%.

- INDUSTRIALIZZAZIONE: Nonostante la crisi, l'Abruzzo e' la Regione piu' industrializzata del Mezzogiorno, con un tasso di industrializzazione (addetti per mille abitanti) dell'83,9%, piu' del doppio della media meridionale, ferma al 38,8% nel 2012, e solo di dieci punti inferiore alla media del Centro Nord, attestata al 95,7 per mille.

- OCCUPAZIONE: Dal punto di vista del lavoro, negli anni della crisi, l'occupazione abruzzese ha perso l'1,9%, ovvero meno della media italiana (-2,2%) e meno della meta' di quella meridionale (-4,6%). Anche a livello regionale si registra il problema del lavoro giovanile, con il tasso di occupazione passato dal 49,2% del 2008 al 44,8% del 2012. Il tasso di occupazione dei giovani abruzzesi under 34, comunque, e' di un punto e mezzo superiore a quello medio nazionale.

- SCOLARIZZAZIONE: il tasso di passaggio dei giovani dalla scuola secondaria all'Universita' e' stato nel 2012 del 63,6% contro il 54% del Mezzogiorno e il 61% del Centro Nord. L'Abruzzo ha il 61,7% di persone con un tasso di istruzione superiore, ben piu' della media meridionale ferma al 48,7%, e inoltre un quarto delle persone in eta' compresa tra i 30 e i 34 anni e' laureata, contro appena il 16,4% del Mezzogiorno e il 20,3% nazionale. Tra le regioni meridionali vanta il piu' alto tasso di istruzione universitaria.

 

''L'austerity fine a se stessa, cosi' come e' stata interpretata, vuoi per necessita' e vuoi per ideologia (ma secondo me piu' per ideologia, quale fosse una ricetta), e' il suicidio dell'economia''. Cosi' Adriano Giannola, presidente Svimez, nel corso di un convegno, organizzato a Pescara per illustrare i risultati di un'indagine sullo stato di salute dell'Abruzzo. Per Giannola ''questo Governo, per alcune cose sta andando nella giusta direzione, ma non esplicita una strategia; ci sono discorsi strategici di fondo a cui devono seguire misure compensative o di immediato sostegno e credo che su questo non ci siano idee molto chiare''. ''Forse non ci si crede - ha aggiunto - perche' vorrebbe dire credere che il Mezzogiorno sia veramente un pezzo importante per la ripresa''. ''Questo Governo e' piu' aperto, mentre il precedente era totalmente chiuso - ha riconosciuto il numero uno Svimez - .Il Sud e' sempre stato visto come un peso, ma questo Esecutivo almeno ha iniziato a discuterne''. Tornando sugli effetti dell'austerity, Giannola ha parlato di ''una situazione in cui i salari sono ad un livello di sussistenza per chi ce l'ha ancora e in cui le tasse sono esplose ed a pagarle sono le imprese''. ''Una politica coraggiosa - ha osservato quindi - dovrebbe ridistribuire il carico fiscale. Capisco che e' pesantissimo, ma se si vogliono favorire le imprese e la ripresa, si dovrebbero sostenere le aziende''. Quanto all'Abruzzo, oggetto del meeting, Giannola ha reso noto che ''il grado di apertura ai mercati internazionali della regione, misurato come rapporto tra esportazioni e Pil, e' pari al 24,1% nel 2012, doppio rispetto alla media meridionale del 12,9% e solo di poco inferiore a quella del Centro nord, al 28,2%''.

"Abbiamo urgenza di fare politiche di sviluppo", ha detto il presidente dello Svimez, Adriano Giannola, nella parte iniziale della sua relazione, "lo sviluppo è far ripartire una economia da mercati disorganizzati, da prospettive di inserimento in contesti dove non si è presenti. E' un lavoro molto complicato".  

 

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