L'azienda Santa Croce ha annunciato, due settimane fa, l'avvio delle procedure di mobilita', anticamera del licenziamento, per tutto il personale. All'immediata richiesta di incontro delle organizzazioni sindacali non ha fatto seguito alcuna convocazione da parte della proprieta'. Un silenzio preoccupante, che rischia di compromettere il futuro dei 78 dipendenti. A lanciare l'allarme e' Franco Pescara, segretario interregionale Fai-Cisl Abruzzo e Molise, che chiede l'intervento delle istituzioni e degli organi competenti. "Sono trascorse due settimane dalla richiesta di incontro inoltrata all'azienda, dopo che la stessa ha messo in mobilita' tutti i dipendenti", dice Pescara, "ma non vi e' stato alcun riscontro positivo. Sollecitiamo l'interessamento di tutte le parti in causa, ciascuna per le proprie competenze, per tutelare questo importante prodotto di alta qualita' , che garantisce lavoro e occupazione a diverse famiglie della Valle Roveto". Secondo il segretario della Fai-Cisl a dal 2008 ad oggi le bottiglie uscite dallo stabilimento di Canistro sono vertiginosamente scese. "Una tendenza che va immediatamente invertita garantendo forti investimenti", sottolinea Pescara, "in primis nel settore commerciale. Vanno, inoltre, utilizzati, per garantire l'occupazione, i fondi stanziati per rilanciare l'economia delle zone dove e' piu' forte il rischio di spopolamentoa La Fai- Cisl richiama l'attenzione a sulla necessita' di un progetto industriale vero, in grado di riportare lo stabilimento Santa Croce di Canistro ai livelli che merita". Infine, il risvolto occupazione: "La cassa integrazione in derogaa , conclude Pescara, sta interessando tutti i 78 lavoratori, ma il futuro e' incerto. Senza un piano di rilancio, le maestranze saranno a rischio licenziamento"
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