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Pubblicato il 04/03/2016 18:06

Carne e consumi, la parola ai macellai

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di Giulia Grilli

 

Nel mese di ottobre 2015 il dibattito alimentare internazionale si è concentrato sulle dichiarazioni  dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) secondo cui esisterebbe una correlazione tra l'utilizzo di carne rossa lavorata e alcuni tipi di cancro. Nel mentre l'informazione pubblica italiana non ha mai smesso di sottolineare come il popolo di vegani e vegetariani continui a crescere anche nel nostro paese. Un vero e proprio schiaffo mediatico al mercato delle carni e degli insaccati, che potrebbe essere vittima di un accanimento forzato, se non, come'è stato definito, di un "atto terroristico".

 

All'interno di tale scenario, non possono essere tralasciate le tesi di noti medici nazionali, come il Dott. Veronesi (oncologo)  e il Dott. Berrino (medico ed epidemologo), i quali sostengono, in seguito a numerose ricerche, come l'utilizzo di carne, all'interno della propria alimentazione quotidiana, possa essere nocivo per il corpo umano e causa di tumori. La motivazione, in realtà, sarebbe da ricercarsi a monte, ovvero, nella qualità di mangimi con cui gli allevatori nutrono il bestiame: tali sostanze, assorbite nello strato adiposo degli animali, finirebbero automaticamente nei nostri piatti. Una volta ingerite, gli effetti dannosi sarebbero innegabili.

 

C'è da chiedersi, però, come queste informazioni possano, in effetti, influire sui consumi reali di questa derrata alimentare. In una regione come l'Abruzzo, dove le tradizioni culinarie sono fortemente radicate, il fattore che ne determina il commercio potrebbe essere di altra natura.

 

 

 

 

Non tutti i  macellai di Pescara, ad esempio, hanno riscontrato un calo delle vendite in seguito al tentativo mediatico di "demonizzare" l'assunzione di tale alimento, bensì sembrano imputare il decremento dei loro incassi alla crisi economica e ai costi del prodotto.

 

Luciano D'Angelo, della Macelleria Orsini di viale Bovio afferma infatti: "Sono trent'anni che portiamo avanti l'attività:  inizialmente apparteneva a  mio suocero, ma ora la gestisco con tutta la mia famiglia, e posso dire che nel tempo siamo riusciti a creare una clientela di fiducia. Le carni bianche sono andate sempre di più rispetto a quelle rosse perché gli utilizzi sono molteplici, ma la causa del decremento delle vendite, a monte, è il potere d'acquisto, non solo la cattiva informazione. Tuttavia, credo che sia inutile attaccare così ferocemente l'utilizzo di un certo prodotto, generalizzare crea solo danni. E' normale che un abuso risulti nocivo, la carne rossa contiene acidi urici, ma qualsiasi alimento, se assunto in eccesso crea degli effetti indesiderati."

 

Completamente diversa è la situazione per la carne di cavallo "Questa bottega è stata aperta nel 1964 da mio nonno", racconta Mario Zacchini della Macelleria Equina in via dei Bastioni, "e ci siamo sempre focalizzati solo su questo tipo di macellazione. La carne di cavallo ha un utilizzo medico e proprietà benefiche perché povera di grassi e ricca di ferro. L'informazione pubblica non è riuscita a influenzare negativamente le vendite, perché questo è un cibo curativo e i clienti vengono ad acquistarlo secondo le loro necessita: si va dai bambini, alle donne incinte,  ai pazienti post operatori,  e ovviamente non mancano gli acquirenti abituali. La crisi è l'unico motivo per cui a fine mese i conti sono inferiori al passato".

 

 

 

 

 

Parallelamente al crollo dei consumi generali, negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento radicale nelle abitudini alimentari della popolazione con un aumento del numero dei vegani e dei vegetariani, tanto che c'è anche chi ha deciso di diversificare la propria offerta proponendo prodotti a base si verdure, pane e formaggio assieme ai tradizionali cordon bleu e alle crocchette di pollo. "Io e mia moglie abbiamo aperto questo punto vendita tre anni fa, quando tutto ci remava contro", spiega Fabio della Macelleria di Fabio e Monica in via De Amicis. "Dall'uscita della notizia sulla presunta nocività della carne rossa, le vendite sono diminuite del 35%, ma in compenso sono aumentate quelle delle carni bianche. Tuttavia, il nostro punto di forza rimane l'offerta dei prodotti lavorati, ai quali abbiamo aggiunto nuove proposte vegetariane come polpette e hamburger. Purtroppo è necessario adeguarsi alle nuove tendenze e alle necessità dei consumatori se si vuole rimanere in attivo".

 

Pessimista Franco Santoro, della Macelleria Santoro di via Cavour che attribuisce il calo delle vendite all'accanimento dell'informazione pubblica: "Perché non parlano di tutti i veleni che ingeriamo mangiando le verdure e la frutta? Quelli non se ne vanno né con i lavaggi, né con la cottura. Tutto dipende dagli interessi economici".

 

"La mia famiglia lavora la carne da nove generazioni, da fine Ottocento, e questa sede è aperta dal dopoguerra", racconta Augusto Acciavatti della Macelleria Aciavatti di via Nicola Fabrizi. "I consumi di carne rossa sono scesi ormai da tempo, tutti credono che quella bianca contenga meno grassi e sia più salutare. Ma in realtà sono cambiate le abitudini: non ci sono più le donne di un tempo, quelle che spendevano la giornata in cucina. Oggi i ritmi sono frenetici e quindi la nostra offerta si è spostata anche verso la gastronomia, comprese le verdure" conclude il macellaio. "La difficoltà maggiore non è quella di approvvigionarsi, ma quella di inventare cosa preparare in pentola per i clienti. Ma alla fine il bello è proprio questo, sapere di aver contribuito a una buona cena a casa!".

 

 

 

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