Undici mesi senza lavoro con soli 2.000 Euro totali di cassa integrazione per i mesi di luglio, agosto e settembre 2012. E un fiume inquinato, il Pescara, diventato protagonista del crollo del settore economico che simboleggia un'intera città. Così si può riassumere l'ultimo anno dei pescatori del capoluogo adriatico.
Dopo proteste, manifestazioni e promesse, nei giorni scorsi le barche hanno ripreso il largo. La voglia di poter ricominciare dopo un fermo durato troppo a lungo, viene soffocata da un futuro incerto, dalla burocrazia e dai debiti accumulati. Non ultima la paura che il fiume diventi, insabbiandosi, nuovamente una trappola senza via di fuga.
"I primi di luglio del 2012 ci siamo dovuti arrendere, perché non potevamo più uscire in mare", afferma Mimmo Grosso, presidente dell'Associazione Armatori di Pescara. "Duecento famiglie non hanno più avuto entrate economiche con un disagio enorme". Fondali pieni di fanghi inquinati e tempi di attesa insostenibili hanno messo in ginocchio un'intera marineria che continua a sperare di poter rinascere.
Cosa avete fatto in questo anno senza lavoro?
Abbiamo sostenuto diverse battaglie affinchè il dragaggio venisse fatto. E ora, che finalmente siamo tornati in mare, continuiamo a vivere un rischio continuo per le nostre imbarcazioni. In undici mesi si sono accumulati una serie di disguidi da parte della Sidra, la società che ha vinto l'appalto per svolgere i lavori di dragaggio, perché non si capiva dove stoccare i fanghi. I pescatori non prendono la cassa integrazione dal settembre del 2012. La nostra situazione è urgente e un'anticipazione di 700.000 Euro, stornati dai 3 milioni di Euro vincolati nell'ambito del Decreto Sviluppo, sarebbero una boccata d'aria per molte famiglie. La burocrazia, l'assenza di requisiti, l'inserimento dell'Italia nella black list del settore pesca a livello europeo, sono tutti impedimenti che contribuiscono a penalizzarci.
Perché avete dovuto aspettare tanto per il dragaggio?
Il nostro è un fiume inquinato, a causa dei 166 scarichi abusivi che non vengono controllati. Le acque del Pescara, prima dell'inizio dei lavori, sono state sottoposte ad un carotaggio per stimare la tipologia delle sostanze nocive e le quantità. C'è voluto un pò per ottenere il risultato delle analisi, ma quello che ha comportato una perdita di tempo è che questi esami sono stati ripetuti per tre o quattro volte, perché nessuno sapeva interpretarli. E' vergognoso, ma questa è la verità. La Sidra aveva comunicato che i fanghi sarebbero stati portati in Belgio per lo stoccaggio e la lavorazione, ma pare che sia una notizia falsa. I primi 60-70 mila mq di fanghi del canale finiscono nella vasca di colmata, ma i restanti 120 mila dell'avamporto non si sa che fine faranno.
Com'è andata la riapertura del mercato ittico?
Non pensavamo di tornare alla normalità con una commercializzazione del prodotto alle stelle, ma riabitueremo i commercianti al nostro pesce. Il problema principale da risolvere è il fermo biologico di agosto e metà settembre. Stiamo lottando per evitarlo, perché solo lavorando potremmo avere una chance di far rinascere il mercato. Durante l'attraversamento continuo dell'avamporto, poi, c'è la sicurezza che il solco resti aperto. Qualora ci fermassimo per un mese in mezzo, si richiuderebbe e saremmo punto e a capo.
(Mimmo Grosso, Presidente dell'Associazione Armatori di Pescara)
Che riscontri avete avuto con le manifestazioni che avete organizzato?
Abbiamo sempre ottenuto qualcosa, ma non abbiamo mai chiesto l'impossibile e ci siamo accontentati dell'indispensabile. Ora mancano gli ultimi passaggi, e devo ammettere, anche se mi dispiace, che saremo costretti nuovamente a scendere in piazza se la situazione economica non dovesse sbloccarsi. Questo mese, se tutto va bene, guadagneremo 500 Euro. Ma una famiglia che ha accumulato debiti per undici mesi cosa fa con questi soldi?
Cosa vuol dire fare il pescatore?
Questo è un mestiere come un altro, in cui bisogna avere tanto amore per il mare. C'è un unico inconveniente: si dorme quando non si ha sonno e si mangia quando non si ha fame! (ride) Io faccio il pescatore da 33 anni, ma è stata una scelta casuale. Ho sempre subito il fascino del mare e molti miei amici facevano già questo lavoro, ecco perché ho iniziato. Sono davvero amareggiato dal menefreghismo di alcune persone, perché l'indotto della pesca rappresenta una ricchezza immensa per la città di Pescara e per l'Abruzzo, ma sembra che questo non interessi a nessuno.
Cos'è per lei il mare?
Il mare è una grande passione, ma è rischioso e pericoloso. Bisogna rispettarlo e non sfidarlo mai, perché ogni attimo che si vive a bordo di un'imbarcazione può essere quello giusto per farsi molto male. Ci vuole attenzione in questo lavoro e una manovra sbagliata potrebbe costare caro a te e alle persone al tuo fianco. Io dico sempre che quando un pescatore esce in barca, sa di andare in mare, ma non sa se tornerà a terra. È necessario avere calma e serenità.
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