Essaouria non è solo una città del Marocco. Da dieci anni a Pescara, in via Piave, è anche un negozio di abbigliamento che vende pezzi unici ed esclusivi di produzione propria. La ricerca parte dal tessuto e termina in creazioni sartoriali originali che giocano con colori accesi e accostamenti di materiali. Fabrizio, responsabile del brand, ci ha accolto nel punto vendita per spiegarci come un gruppo di amici abbia creato nel tempo un prodotto completamente made in Italy.
Com’è nato il marchio Essaouira?
L’idea dell’abbigliamento era maturata tantissimo tempo fa tra amici e così abbiamo aperto il primo negozio. All’inizio vendevamo solo capi di stilisti internazionali emergenti e appartenenti a un circuito alternativo rispetto ai marchi commerciali presenti sulle passerelle e nelle fiere. I capi li trovavamo in Norvegia, Spagna, Francia, Marocco. In seguito abbiamo cominciato a innamorarci dei tessuti e siamo passati alla sartoria artigianale. Con il tempo abbiamo ridotto i capi degli stilisti emergenti per privilegiare i nostri che oggi ricoprono un 70% di quelli presenti in negozio.
Chi sono i soggetti che rientrano in questo progetto?
Il nostro è un team di creativi. Io inizialmente ero un avvocato, ma la passione per l’abbigliamento mi ha portato a un cambio di rotta. Ognuno di noi deve saper fare tutto. Non ci sono ruoli o scale gerarchiche. Amicizie, conoscenze, annunci professionali hanno fatto sì che il team crescesse nel tempo e, in realtà, è in continua evoluzione.
Come avviene la produzione dei vostri capi?
Iniziamo scegliendo tessuti in Turchia, Siria, Giordania e Italia. La produzione poi è tutta artigianale e nazionale. Ci affidiamo alla nostra sarta, ma anche ad altre lavoratrici del settore. L’unica collaborazione avviene solo per alcuni tessuti, come il plissettato che arriva già tagliato e che noi assembliamo solamente. In Italia non è sempre facile trovare tessuti già lavorati a basso costo, per questo ci rivolgiamo ad altri mercati.
Come definiresti lo stile di Essaouira?
Non c’è una definizione rigida. Seguiamo le nostre idee e non ci aggiorniamo nemmeno sulle tendenze del momento. I viaggi sono una fonte d’ispirazione, molte volte fotografiamo look per strada. Se tiri fuori dall’armadio un nostro vestito tra dieci anni sarà sempre attuale perché non ha seguito nessuna moda.
Quali sono i vostri punti vendita?
Oggi abbiamo solo questo in via Piave, interno e diretto. Poi riforniamo altri negozi in Italia per i quali produciamo delle collezioni di cinquanta pezzi circa ogni sei mesi. Solo a Pescara i capi sono completamente sperimentali e unici. Possiamo cambiare il colore, o possiamo riprodurre un abito per una cliente apportando delle modifiche, ma cerchiamo di non penalizzare l’originalità.
Cosa puoi dirmi della sfilata che si terrà il 7 luglio?
Per la decima edizione della nostra sfilata abbiamo scelto il tema del burlesque, per portare questo genere di spettacolo in strada, in via Piave dove si terrà l’evento. Anche quest’anno abbiamo organizzato il concorso per il miglior stilista emergente. Il vincitore sarà eletto per votazione di una giuria tecnica e degli spettatori. L’idea è nata sei anni fa allo scopo di creare nuove collaborazioni con i giovani locali. Con il tempo ci siamo resi conto che i giovani qui in Italia hanno paura di osare e che la preparazione scolastica è principalmente teorica e non pratica. All’estero ci sono realtà molto diverse e sperimentali. Ciò nonostante continuiamo a promuovere i nostri talenti permettendo al vincitore del concorso di collaborare con il nostro marchio.
Giulia Grilli
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