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Pubblicato il 08/09/2015 10:10

Walter Nanni, dal Senegal al ritorno nei teatri

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di Giulia Grilli

Incontro Walter Nanni qualche giorno dopo il suo rientro in scena a Pescara, con quello che fu, nel 2001, lo spettacolo di esordio che lo portò poi al grande successo: Gli imbecilli. Ovvero, perché ci sono tanti imbecilli in giro?, tenutosi lo scorso 27 agosto nel Teatro Verde della Pineta di Santa Filomena di Montesilvano.

 

Attore comico e satirico, Walter è un uomo pieno di sfaccettature. Basta osservarlo mentre dalle origini dell'intelligenza umana racconta, nel suo monologo, di quanto gli imbecilli siano stati "necessari" alla sopravvivenza del nostro genere, passando da basi scientifiche a battute ironiche e piene di pepe.

 

Da qualche tempo aveva abbandonato il palco per seguire la sua casa di produzione, la Media Dream Film, da sempre affascinato dal sogno della cinepresa. Gli esordi, in età giovanile, invece, lo vedono nei panni del giornalista, perché "non importa quale sia la forma, per me l'importante è comunicare", spiega Walter. Dalla scrittura di notizie ai teatri, per giungere alla regia e produzione di film impegnati, la voglia di raccontare sembra essere la chiave di lettura dell'esistenza di un uomo in grado di reinventarsi sempre pur di raggiungere l'obiettivo.

 

E dopo aver girato Colpa Nostra, come coautore e regista, un docufilm sul Terremoto dell'Aquila e sullo scandalo delle tangenti in Abruzzo, Walter si è dedicato a un secondo progetto sull'Africa.

 

 

L'idea iniziale era quella di descrivere le vite dei senegalesi in Italia per risalire poi alle origini, fino a riscoprire la loro terra natia. "E' così che ho incontrato Omar, il cantante dei Jamafrica Crew, una band molto conosciuta ed apprezzata a livello nazionale ed internazionale. Ultimamente ho girato un videoclip per la loro prossima canzone in uscita, dal titolo Mandela".

 

Dopo essere partito per il Senegal, incuriosito dai racconti di Omar, che vive a Pescara ormai da vent'anni, Walter viene travolto da un nuovo mondo e da nuove storie, e allora tutto cambia. Da novembre 2013, il regista fa ritorno a Dakar nel giugno 2014, affascinato da un popolo che ha mille cose da dire. "Dell'Africa ho scelto questo paese perché i senegalesi formano una delle comunità più grandi in Europa. Assieme ai cinesi, inoltre, sono immigrati che portano forza lavoro e producono reddito".

 

 

Le ingiustizie, le tragedie, i flussi migratori. I ricordi delle persone comuni scuotono l'animo di Walter che, con gli occhi spenti e il volto cupo, mi racconta di come un'intera generazione, agli inizi degli anni 2000, sia partita per le coste spagnole trovando la morte in mare nella completa indifferenza della comunità internazionale. "Oggi il Senegal è uno stato dalle mille potenzialità in termini di crescita economica, Dakar sembra una città occidentale. Ma ciò che più mi ha affascinato di questo viaggio è stato scoprire il senso di pace che caratterizza ogni senegalese. Il rispetto per l'altro essere umano è imbarazzante se paragonato a quelle che sono le nostre abitudini culturali. Questo è un paese dove i musulmani e i cristiani vengono seppelliti uno accanto all'altro nel cimitero di Joal, dove chiunque ti accoglie con calore, dove il più povero ha due lauree e parla tre lingue. Credo che dovremmo imparare molto da una popolazione come questa".

 

Ma perché proprio un film sull'Africa? "I continui flussi migratori moderni ci pongono davanti a un problema da affrontare: il mondo non deve cambiare, il mondo è già cambiato. I migranti ci sono e sempre ci saranno, e noi siamo destinati a vivere realtà multiculturali. E' inutile alzare muri o steccati, dobbiamo imparare a conoscerci per poter andare avanti insieme. Prima di quest'avventura ero un uomo pieno di pregiudizi. In Africa ho trovato tutt'altro, ho trovato tantissime persone migliori di noi".

 

 

Teranga, questo il titolo del film, dovrebbe essere distribuito all'inizio del prossimo anno, gli accordi sono ancora in atto, e Walter spera che possa raggiungere il maggior numero di persone possibile, affinchè la gente conosca una realtà che ha molto da insegnare.

 

E dopo qualche anno di pausa, l'attore preannuncia un ritorno sul palcoscenico nel 2016 con uno spettacolo partorito proprio in seguito alle riflessioni dettate dalle nuove esperienze, dal titolo Costa Discordia, l'Africa e l'emigrazione come non ve l'hanno mai raccontata. "Ho bisogno del pubblico, di una riscoperta delle origini per riprendere a respirare dopo il tempo trascorso nella mia bottega a montare il film. Ci vediamo l'anno prossimo!".

 

 

 

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