No alla scortesia in comune. "Se non si e' capaci di rispondere educatamente ai cittadini meglio cambiare mestiere o chiedere l'aspettativa". Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, non usa mezzi termini nella sua crociata anti-cafonaggine negli uffici della sua amministrazione e delle partecipate. Oggi infatti ha emanato una disposizione sindacale in cui scrive nero su bianco la frase che i dipendenti devono pronunciare quando rispondono al telefono: 'Pronto, Buongiorno Comune dell'Aquila, sono Tizio e Caio'. Frase di "cortesia e trasparenza" da usare anche quando al di la' del microfono c'e' un cittadino esasperato e, dice il sindaco, a ragione anche un po' aggressivo. Quindi l'affondo: "Chiunque non dovesse riuscirci puo' cambiare lavoro o mettersi in aspettativa". L'ultima goccia che ha fatto dire "basta" al primo cittadino la 'denuncia' di una signora straniera. Solo l'ultimo episodio in ordine di tempo. Otto mesi fa nella rete della scortesia ci e' finito il padre al quale un addetto dell'azienda servizi municipalizzati, rispondendo a una richiesta sul servizio finalizzato a rimuovere con grandi contenitori l'immondizia negli spazi pubblici dei condomini ristrutturati dai danni del sisma del 6 aprile 2009, gli si e' rivolto con una frase in dialetto: 'Se ji vo', vettiji' a pija' tu' ('se li vuoi vieniteli a prendere tu'), riferito ai contenitori. Quando la signora straniera ha denunciato al sindaco di essere stata trattata molto male "allora - dice Cialente - ho deciso di dire basta. Infatti, e' l'ennesimo grave episodio che mi e' stato segnalato nel corso dei mesi. Il primo di una lunga serie e' accaduto a mio padre. Per fortuna che e' mio padre, altrimenti un altro mi avrebbe gonfiato". "A me e' sempre capitato di rispondere educatamente, sia di persona che al telefono - spiega Caterina Lombardi - e' la prima cosa che ci hanno insegnato quando siamo stati assunti qui in Comune". "Speriamo che l'educazione venga spontanea, non dovrebbe servire una circolare, io cerco di esserlo piu' possibile. Siamo pagati per essere educati" aggiunge il suo collega Giuseppe Milanese. E il sindaco precisa: "Non tutti i dipendenti sono scortesi ma si rischia che una minoranza faccia l'immagine complessiva dell'Ente"
La risposta dei sindacati
Si e' scatenata la reazione dei sindacati dopo la disposizione del sindaco, Massimo Cialente, che invita i dipendenti del Comune dell'Aquila rispondere al telefono in maniera cordiale e dare risposte efficaci ai cittadini. Due sigle sindacali, Uil e Cgil, bacchettano il primo cittadino difendendo complessivamente i dipendenti. Uil e Cgil nell'evidenziare lo spirito di sacrificio dei dipendenti pubblici anche dopo il sisma del 6 aprile 2009 con difficili condizioni di lavoro e turni massacranti, hanno invitato il sindaco a denunciare episodi specifici sulla base delle leggi e non sparando nel mucchio. "Se Cialente ha riscontrato comportamenti censurabili da parte di alcuni dipendenti deve segnalarli e sanzionarli come previsto dalle leggi e contratti di lavoro, ma non puo' in nessun caso additare tutti i dipendenti pubblici di maleducazione e 'fannullismo', no alla demagogia sulla pelle dei dipendenti", spiega Simone Tempesta della Uil-Fpl. A rincarare la dose, Rita Innocenzi della Fp-Cgil: "A nessuno e' consentito di formulare richiami collettivi che hanno, semplicemente, il sapore di una azione diffamatoria".
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