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Pubblicato il 30/11/2014 08:08

Berlusconi lancia Amato per il Quirinale e prepara il ritorno in politica

l'aria che tira

Silvio Berlusconi lancia a sorpresa Giuliano Amato come futuribile presidente della Repubblica facendo salire sempre piu' in superficie un dibattito - ma anche le polemiche - che nelle segreterie dei partiti, sia pur sotto traccia, sta via via diventando il cuore di qualsiasi ragionamento sul futuro della legislatura e della grande partita delle riforme. Un punto focale che sembra rappresentare anche la pietra miliare del cosiddetto patto del Nazareno. E intorno al quale il Cavaliere cerca di ricompattare la frammentata squadra di Forza Italia in vista di nuovi assetti e future leadership.

"Prima il presidente della Repubblica e poi le riforme", spiega - ora anche in chiaro - l'ex premier a tutti i suoi interlocutori, mettendo in moto una delicata partita a scacchi all'interno del suo partito nel tentativo di convincere la fronda che poter incidere, con un voto compatto, nella scelta del nuovo inquilino del Quirinale non potra' non comportare ricadute positive sulle successive strategie del centrodestra. E su questo punto si gioca il patto con Matteo Renzi perche' la compattezza degli azzurri rappresenta, nei fatti, l'unica controprova possibile che il Cav sia in grado di rispettare gli impegni presi. In questo quadro, si gioca una altrettanto delicata partita nel Pd, dove le tensioni che attraversano la minoranza Dem nella discussione parlamentare sul Jobs act e proprio sulle riforme potrebbe alla lunga diventare il detonatore - si ragiona in ambienti parlamentari del partito- che scompagina la partita per il Colle e mette in affanno il tentativo del presidente del Consiglio di trovare una sintesi in grado di centrare il bersaglio con una elezione al primo colpo.

Fabrizio Cicchitto, capogruppo Ncd alla Camera, sospetta che Berlusconi, parlandone, abbia voluto "bruciare" Amato, e il giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese cita un motto francese: "Le cariche pubbliche non si sollecitano e non si rifiutano". Sullo sfondo le mosse di Giorgio Napolitano che ha programmato un'uscita morbida, ma determinata confermando la sua decisione di chiudere presto questo suo secondo mandato. Il presidente da tempo ragiona sulle sue forze e sulle tante scadenze che attendono il Parlamento a dicembre. Ha quindi preferito preparare il terreno all'evento cercando di renderlo il meno dirompente possibile per la stabilita' della legislatura e, soprattutto, di minor ostacolo alla laboriosita' delle Camere. Nessuna data quindi e lancette puntate su gennaio, certamente dopo l'approvazione della legge di stabilita'.

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