Grandi manovre al centro in vista dei nuovi assetti che potrebbero nascere dai contrasti all'interno del Pdl. Mario Monti scioglie le riserve e, seppure a titolo personale, sceglie di andare nel Ppe. Casini tesse la sua strategia, ingrana la marcia e punta la rotta verso la costituzione della costola italiana dei popolari. Una meta a cui guardano con interesse anche esponenti di Scelta Civica e del Pdl, come Mario Mauro e Franco Frattini. E anche il manager ed ex ministro Corrado Passera scalda i motori pronto, a tempo debito, a scendere in campo: "Sto lavorando ai contenuti di un'aggregazione" ammette. Dopo aver pero' demolito con giudizi taglienti l'esperienza di governo di Monti e Letta che gli provocano la reazione di Sc: vuole salvare l'Italia come Alitalia? Per Monti l'annuncio di oggi, prima con un'intervista a La Repubblica e poi con dichiarazioni da Bruxelles, segna quel passo avanti, seppure piccolo, caldeggiato dalla parte cattolica di Scelta Civica. Un passo che tuttavia non scontenta quanti propugnano invece un'adesione alla casa europea dei liberaldemocratici. Il leader di Scelta Civica chiarisce infatti da un lato che la sua opzione punta a "far si' che la componente italiana del Ppe sia meno basata su una forza politica come il Pdl" (il quale, per altro, "sta li' solo perche' fa numero"). Dall'altro chiarisce che "chi prefigura l'apertura di cantieri con forze politiche che hanno contribuito al declino dell'Italia, per 'superare' Sc, esprime un posizione personale". Insomma una presa di distanze dal Pdl che fa tirare un sospiro di sollievo all'ala piu' riformista del partito. E, soprattutto, che salva Scelta Civica, che resta e non verra' "superata". In modo da potersi presentare anche alle elezioni europee. "La chiarezza con cui Monti ha ribadito l'impossibilita' di 'aprire cantieri' con il Pdl-Fi rassicura. Monti, sapra' garantire pari liberta' e dignita' anche a tutti coloro, e non sono pochi, che come me si riconoscono, a livello europeo, nell'Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa" commenta Gianluca Susta, presidente dei senatori di Scelta Civica. E dice No a "fusioni a freddo con altri soggetti politici per la creazione di listoni unici in odore di Prima Repubblica" anche Gianfranco Librandi. Ma il 'partito' dei popolari ora si muove in varie direzioni e a Budapest si ritrovano per l'Internazionale democratica di centro(Idc) Pier Ferdinando Casini, Udc, Mario Mauro, Sc, e Franco Frattini, Pdl. "E'ora di finire di guardare al passato, guardiamo al futuro. Oggi si apre una fase nuova nella quale occorre lasciare alle spalle particolarismi e rendite di posizione, per creare in Italia la costola del Partito Popolare Europeo" dice Casini ed anche Mario Mauro e' convinto che "il Partito Popolare e' lo strumento per dare voce a quanti hanno visto fallire le ricette sbagliate, di destra e di sinistra". "Anche in Italia serve un progetto che unisca, e non divida" dice Frattini che auspica la costruzione di quella "casa comune dei moderati alternativi alla sinistra". Il progetto allarma quella parte del Pdl alle prese con i tentativi di ricomposizione interna. E agli attacchi arrivati nei giorni scorsi risponde Andrea Olivero: "Anche noi - dice - lavoriamo come ha detto il ministro Quagliariello contro il vuoto neocentrismo. Forse e' venuto il tempo della Cdu italiana?".
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