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Pubblicato il 13/02/2014 23:11

Il Partito Democratico sfiducia Enrico Letta

renzi, l'aria che tira

Il Partito democratico sfiducia Enrico Letta. Abbraccia "l'ambizione smisurata" di Matteo Renzi e lancia il segretario verso la guida di un governo "nuovo". Con l'obiettivo di un "cambiamento radicale" e l'orizzonte del 2018. Renzi ha dalla sua la grande maggioranza della direzione dem. Letta, che del Pd e' stato vicesegretario, assiste da Palazzo Chigi al voto che dichiara chiusa la stagione del suo esecutivo. E ne prende atto. Domani, dopo un ultimo Consiglio dei ministri, rassegnera' le dimissioni nelle mani del capo dello Stato. In una giornata ad alta tensione, fino all'ultimo la 'diplomazia' dem prova a convincere Letta a farsi da parte ed evitare al Pd il rito di un voto di 'sfiducia'. In mattinata a Palazzo Chigi si presentano il portavoce della segreteria Lorenzo Guerini e i capigruppo Roberto Speranza e Luigi Zanda. A Letta prospettano (il partito pero' smentisce) il ministero dell'Economia in un governo che abbracci il suo programma Impegno Italia. Ma il premier tiene il punto. Vuole che a viso apertoRenzi dichiari di voler prendere il suo posto.

Pretende che il Pd si pronunci con un voto. Il segretario, da parte sua, non si tira indietro. E lima il documento che alle 15.30 legge davanti ai 160 membri della direzione Pd. Una trentina di righe. Per invocare "un nuovo esecutivo" che abbia "un orizzonte di legislatura", fino al 2018, per fare le riforme economico-sociali e istituzionali necessarie per il Paese. Il testo si apre con un grazie a Letta, per "il notevole lavoro svolto in un momento delicato" e "assume Impegno Italia come contributo".

Ma poi chiede "una fase nuova". Renzi legge il documento, poi scandisce: "Non si tratta di una staffetta. Staffetta e' quando si va nella stesa direzione e alla stessa intensita', non quando si prova a cambiare ritmo". Non si puo' continuare cosi', puntualizza l'ex rottamatore. "Siamo di fronte a un bivio": da un lato le elezioni, dall'altro una "legislatura costituente". Il voto anticipato, spiega, "ha un fascino", ma non "risolverebbe i problemi", anche perche' non c'e' una legge elettorale in grado di consegnare maggioranze stabili. Dunque, afferma Renzi, il Pd deve "rischiare" e "prendersi la responsabilita'" di proporre un "patto di legislatura". Un "rilancio radicale", l'apertura di una "pagina nuova". Non in polemica "verso Enrico", assicura il segretario. Che non affonda il colpo, non trasforma la direzione in un "processo al governo". E al Pd chiede: "Usciamo tutti insieme dalla palude". Il Pd oggi e' con lui. Ci sono sfumature, certo. Ma anche Pippo Civati, che dice no al 'governo Renzi', non sceglie Letta, bensi' le elezioni. "Assumiamo la linea politica indicata dal segretario", dichiara Gianni Cuperlo, leader della minoranza dem, che chiede di non votare il documento che sfiducia Letta. Invano. Anche l'ultimo appello a Letta di Stefano Fassina a compiere "un atto di generosita'", cade nel vuoto. Dopo due ore e mezza di dibattito, i membri della direzione Pd alzano i badge, inquadrati dalle telecamere della diretta streaming: una maggioranza schiacciante approva il documento letto da Renzi. I si' sono 136, votano no i 16 civatiani, si astengono Fassina e la bindiana Miotto.

I lettiani lasciano la sala in anticipo: non partecipano al voto. La presa d'atto di Letta non si lascia attendere. Dopo appena cinque minuti, il premier annuncia di aver "informato" il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, della volonta' di recarsi domani, dopo un ultimo Cdm, al Quirinale per "rassegnare le dimissioni". Poi, si aprira' ufficialmente la crisi di governo. Con consultazioni che dovrebbero essere, nelle intenzioni del Colle, rapide. Per concludersi forse gia' sabato. Intanto Sc gia' promuove il progetto di legislatura di Renzi. Piu' cauti il Ncd di Alfano, l'Udc e i Popolari: invocano un governo non di centrosinistra, che dia voce alle loro istanze. Vendola sembra chiudere, ma dentro Sel si agita una fronda tentata dall'ingresso nel governo. M5S e FI saranno opposizione, ma Berlusconi fa sapere di voler proseguire con le riforme. Se ne riparlera', da domani. Oggi e' la giornata di Renzi e Letta. E la chiudono loro, su Twitter. Il premier ringrazia chi lo ha incoraggiato. Il sindaco guarda oltre: "Proviamoci", scrive. 

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