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Pubblicato il 04/10/2013 23:11

La Giunta in Senato vota la decadenza di Berlusconi.

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"La risposta della Giunta e' un'accelerazione anomala nelle procedure e nella tempistica" oltre che una "gravissima lesione alla democrazia e al buon senso". Cosi' il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano. "Siamo sempre stati e continueremo a essere - afferma Alfano - dalla parte del nostro presidente Silvio Berlusconi, perché
siamo fermamente convinti che, applicando le regole e le leggi, il cittadino e il senatore Silvio Berlusconi abbia ancora il pieno diritto di difendere le proprie ragioni in ogni sede possible".
"La risposta della Giunta - sottolinea - e' un'accelerazione anomala nelle procedure e nella tempistica e svela un accanimento che nulla ha a che vedere con la giustizia e l'applicazione delle leggi. Svela anche l'ansioso tentativo di eliminare il nemico politico che chiedeva legittimamente una verifica sulla retroattiva' di una norma in merito alla quale giuristi senza appartenenza di bandiera avevano sollevato dubbi. Berlusconi rappresenta oltre dieci milioni di italiani: confidiamo che l'Aula del Senato garantisca la loro rappresentanza, risanando questa gravissima lesione alla democrazia e al buon senso", conclude Alfano.


Continua il braccio di ferro tra i 'falchi' e gli 'alfaniani' nel Pdl. I primi sono sul piede di guerra, minacciano di fare anche loro i gruppi, vogliono 'azzerare' tutte le cariche e partire con i congressi. I secondi chiedono per Angelino Alfano il pieno comando del partito e un radicale cambio degli assetti organizzativi, altrimenti faranno gruppi parlamentari autonomi, sempre a sostegno delle larghe intese. Nel mezzo di questa guerra, senza esclusioni di colpi, c'e' la mediazione del Cav che non vuole la rottura e prova, d'intesa con Alfano, a scongiurare il peggio. Berlusconi avrebbe chiesto alla 'vecchia guardia azzurra' di dargli una mano per risanare lo strappo. Anche la primogenita Marina sarebbe scesa in campo, chiedendo a tutti di lasciar da parte le divisioni in nome dell'unita'. Sandro Bondi e' il primo a darsi da fare e a lanciare un appello all'unita' a tutte le anime. Si fa rivedere anche Claudio Scajola, l'uomo macchina di Fi, che stamattina viene ricevuto a palazzo Grazioli. I pontieri sono al lavoro, anche Alfano vuole la tregua, ma non molla sulla 'cabina di comando' del Pdl. I fedelissimi del vicepremier vogliono ridimensionare gli 'estremisti' alla Santanche' per garantire la sopravvivenza e la lealta' a Letta e vogliono un ruolo forte per il loro segretario. Dice Giuseppe Castiglione, alfaniano doc e sottosegretario all'Agricoltura: ''Noi tenteremo a rimanere uniti fino all'ultimo, ma se non ci dovessero essere le condizioni per marciare compatti, penseremo a un contenitore dei moderati a sostegno delle larghe intese''.

''Proveremo a convivere, ma sono 'i falchi' che non ci offrono le premesse per stare insieme'', avverte un 'alfaniano doc'. L'ala oltrazista azzurra, pero', non ci sta e risponde picche: ''Non staremo certo a guardare''. ''Ieri sera al presidente Berlusconi abbiamo detto con franchezza che non possiamo morire per essere leali a lui'', confida uno dei presenti all'incontro, firmatario del documento 'pro-Cav' per evitare che gli 'alfaniani', dopo aver vinto la partita del governo 'si prendano' il Pdl. Intanto, i pontieri sono sempre al lavoro e Berlusconi continua a vedere tutti per portare un po' di sereno nel partito (datemi qualche giorno e poi decidero', avrebbe detto ai suoi), ma e' sempre piu' forte in queste ore la voce che qualche testa possa 'rotolare'. A rischio sarebbero alcuni 'falchi' come Santanche', Verdini, Capezzone e Brunetta.

 

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