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Pubblicato il 30/06/2014 22:10

Lupi sceglie di restare ministro e rinuncia al Parlamento Europeo

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Il ministro Maurizio Lupi ha deciso: non ricoprira' l'incarico di europarlamentare e restera' alla guida del dicastero delle Infrastrutture. Al suo posto a Strasburgo, dopo la rinuncia, andra' invece Massimiliano Salini che si e' dimesso da presidente della Provincia di Cremona proprio per potersi trasferire al parlamento europeo. La scelta dell'esponente del Nuovo Centrodestra, primo degli eletti per il suo partito nella circoscrizione Nord Ovest, chiude di fatto la porta all'opzione "rimpasto di governo". O meglio, la rinvia in attesa che si definiscano meglio le nomine dei commissari europei che potrebbero coinvolgere il ministro degli Esteri Federica Mogherini. Ma piu' di ogni altra cosa, sulla permanenza del leader ciellino alle Infrastrutture hanno certamente influito le preoccupazioni dei piccoli partiti di avviare un gioco di walzer che alla fine avrebbe potuto penalizzarli. Ncd, Sc e Udc possono contare attualmente su ben cinque ministri (Alfano, Lupi, Lorenzin per Ncd; Giannini per Sc; e Galletti per l'Udc) sui 16 dell'esecutivo Renzi. Si tratta del 30% circa della composizione governativa, un dato che appare sovradimensionato rispetto ai voti ottenuti dai centristi alle ultime Europee dove, unendo le loro percentuali, hanno superato di poco il 5%. Dal suo canto Renzi, forte del 40,8% ottenuto alle elezioni continentali di maggio, potrebbe invece sfruttare a suo vantaggio un eventuale "ritocco" alla squadra ministeriale in modo da spostare gli equilibri a favore del Pd. Ma a frenare l'operazione ci sono i dubbi sull'opportunita' politica di una operazione di questa natura che, tra l'altro, il Colle osserva con la dovuta attenzione. In Parlamento, infatti, e' in corso l'esame di provvedimenti delicati come le riforme istituzionali e la legge elettorale. I piccoli partiti hanno gia' dato qualche avvisaglia di tensione proprio al Senato, dove si discutono le riforme, e non e' da escludere che un loro ridimensionamento possa determinare 'ritorsioni' politiche tali da minare il cammino delle riforme stesse. In ogni caso, il tema "rimpasto" potrebbe continuare a caratterizzare anche le prossime giornate. A buttare acqua sul fuoco prova il sottosegretario Graziano Delrio che esclude la possibilita' di un cambio all'interno della compagine governativa: "Se Mogherini andra' in Europa - dice - si trattera' di sostituire lei".

Se davvero l'attuale ministro degli Esteri dovesse essere nominato Alto commissario per la politica estera dell'Unione Europea, come auspicano a Palazzo Chigi, a quel punto si dovra' cercare un sostituto. In tal caso, ma e' solo una ipotesi, si potrebbero aprire nuovamente i giochi e Renzi si troverebbe di fronte ad un bivio: mettere in atto una semplice staffetta alla Farnesina o allargare il giro anche ad altri ministeri.

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