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Pubblicato il 11/09/2013 23:11

Renzi ospite di Porta a porta: Berlusconi è game over

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Matteo Renzi a Porta a Porta non risparmia giudizi taglienti sul premier Enrico Letta, pur promettendo di dare una mano al presidente del Consiglio. Su Berlusconi  dichiara, addirittura il "game over", sottolineando, sulla sua decadenza che "la legge e' uguale per tutti, altrimenti e' un messaggio devastante". Renzi che, un po' a sorpresa, dichiara di non essere "mai stato democristiano" torna, poi, a chiedere al segretario Guglielmo Epifani ("lui si' - dice - che e' doroteo") di convocare il congresso, ribadendo la scadenza del 7 novembre e sottolineando che va fissata la data perche' "lo statuto va rispettato". Il sindaco rottamatore (che non esclude di correre sia per la leadership del Pd che a Firenze), non risparmia dunque bordate a Letta che, per altro, potrebbe essere il suo piu' duro competitor nel caso di primarie per Palazzo Chigi. Certo, il premier deve "avere il sostegno di tutti" ma "non deve avere paura". "Capisco - attacca - che Letta si occupi giustamente della seggiola, e' normale", ma il problema e' il Paese. La questione della durata del governo, attacca, "e' diventato un tic andreottiano" anche perche' ai cittadini non importa che il governo duri ("mica e' una batteria...") ma che cosa fa. E, ancora, "a Wall Street certo non si interessano delle sorti di Quagliariello o di Zanonato...". La recessione, poi, non e' finita perche' viene dichiarato un giorno da qualcuno ma lo sara' "quando ci saranno nuovi posti di lavoro". In questa chiave il Paese, certo, ha bisogno di stabilita', ma "una cosa e' la stabilita' - e' l'altra bordata a Letta - l'altra e' l'immobilismo" e noi "abbiamo bisogno di un cambiamento radicale dell'Italia". Ed e' proprio su questo tasto che Renzi intende insistere nella sua campagna per la corsa alla segretaria. "Se le persone che andranno a votare alle primarie del Pd - dice il sindaco - sono convinte che al Pd vada tutto bene fanno bene a non votarmi, se vogliono il cambiamento sono qui". In questa chiave Renzi ci tiene a scrollarsi anche di dosso l'etichetta di 'democristiano'. "Non sono democristiano - puntualizza con una certa dose di malizia - ne' sono mai stato nelle giovanili della Democrazia Cristiana, dove c'erano Letta Franceschini ecc...". E ce n'e' anche per il segretario, che, tra l'altro, ieri sera aveva commentato con un sorriso la partecipazione di Renzi alla 'Ruota della Fortuna' di Mike Bongiorno. "Tutto mi sento - e' la stoccata a Epifani - fuorche' metodologicamente democristiano, ci sono tra i post comunisti molti piu' democristiani e anche il mio segretario Epifani nelle liturgie e' molto piu' doroteo di me...". Renzi, insomma, gioca all'attacco cosi' come - dice - deve fare il suo Pd che "deve rischiare, non rimanere nel museo delle cere". E alle sciabolate contro Letta (il futuro) ed Epifani (il presente) ne aggiunge una anche per il 'recente passato' (Bersani): "lui - sottolinea - e' riuscito quasi a dimezzare gli iscritti, si sono persi 3,5 mln di voti e ci e' toccato di perdere le elezioni". Pronta la replica dell'ex segretario che ricorda al sindaco che lui "e' membro dell'assemblea, deve averne rispetto. Noi - dice a Sky Tg24 - siamo una compagnia, lui non puo' fare quello border line, l'interno-esterno. Io ho fatto il segretario - gli ricorda - e non e' un lavoretto, gli consiglierei essere piu' prudente".

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