Viene ritenuta (a torto) una spesa di lusso, differibile, o comunque i soldi non bastano per una terapia. Mezzo milione di famiglie italiane dal 2007 al 2012 ha rinunciato al dentista, anche in presenza di serie patologie, per colpa della crisi. E' l'allarme lanciato dai dentisti dell'Andi, riuniti a congresso a Roma. Se in questi 5 anni il numero di famiglie e' cresciuto del 6,3%, quelle che hanno effettuato una terapia odontoiatrica sono calate del 2,8%. La spesa media mensile di tutte le famiglie per il dentiste si e' ridotta del 30,5%. Non a caso il fatturato dei dentisti proveniente dalle famiglie e' crollato da 6,7 a 4,9 miliardi.
Tra le categorie che piu' hanno rinunciato al dentista, ovviamente quella dei disoccupati, tra i quali la spesa media familiare mensile e' crollata di 205 euro (da 406 a 201 euro). Seguono gli operai, con una spesa calata di 170 euro, e i pensionati (-98 euro). E' cresciuta invece, anche se di poco (14,40 euro) la spesa per dirigenti e impiegati. Le famiglie piu' in sofferenza sono al sud (-137 euro) e al nord ovest (-124), mentre il nord est rimane sostanzialmente invariato (+1,29 euro). Nel sondaggio condotto dall'Andi si evince che l'8,9% della popolazione italiana ha rinunciato alle cure dentistiche "perche' non puo' permettersele": percentuale piu' alta al sud e nell isole (13%), piu' bassa al nord (6,5%). In rapporto ai dati del 2007, l'Italia e' il paese con il piu' alto tasso di rinunce (+3,1% in 5 anni) in tutta Europa. Due dentisti su tre hanno registrati un calo del fatturato
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