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Pubblicato il 06/08/2013 16:04

Istat, il Pil italiano è calato dello 0.2% nel secondo trimestre

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Brutte notizie per l'Economia. Nel secondo trimestre il Pil italiano è calato dello 0,2% rispetto al periodo gennaio-marzo e del 2% su base annua. Lo comunica l'Istat, precisando che il calo congiunturale è la sintesi di diminuzioni del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi.

La variazione acquisita del Pil per il 2013 è pari a -1,7%. Il secondo trimestre del 2013 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al secondo trimestre del 2012.

Il secondo trimestre del 2013 è l'ottavo consecutivo in cui si registra un calo del Pil: una sequenza mai registrata a partire dall'inizio delle serie storiche comparabili, nel primo trimestre del 1990.

Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,4% negli Stati Uniti e dello 0,6% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento dell'1,4% sia negli Usa sia in Gran Bretagna.

''Ancora un trimestre con il Pil negativo: altro che ripresa, e' necessario con urgenza intervenire per ridurre la pressione fiscale e permettere alle famiglie di tornare a un livello accettabile di consumi. Le risorse vanno trovate nel taglio degli sprechi e della spesa pubblica improduttiva''. Questo il commento di Confesercenti ai dati sul Pil di8ffuso oggi dall'Istat. Tuttavia, ''la speranza che la situazione si possa invertire non abbandona gli italiani: piu' di 6 italiani su 10 si augura di trovare, al termine della stagione estiva, la ripresa economica'', secondo quanto rivela un sondaggio Confesercenti-Swg, secondo cui ''il 64,4% dei nostri concittadini desidererebbe, per settembre, l'uscita dalla lunga recessione che ha colpito il nostro Paese. La soluzione della crisi economica appare come una priorita' assoluta: solo 3 italiani su 10 (il 32,4%) dei nostri concittadini, infatti, si mostra piu' interessato al tema politico, auspicando 'un governo stabile' (risposta scelta dal 22% degli intervistati) o ancora 'nuove elezioni', desiderate invece dal 10,4% del campione''

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