"Considero una vittoria l'aver impedito l'inciucio sull'aumento dei consiglieri. Era una misura talmente fondamentale per garantire la governabilita' che ci hanno rinunciato appena ho posto la questione che si coprissero i maggiori costi diminuendo le indennità". Lo afferma il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo. "In realta' - prosegue - va detto che trattandosi di una norma che esula dalla legge elettorale potra' essere riproposta nei prossimi mesi. Le vere vittime della decisione di non modificare la legge elettorale entro i termini statutari sono le donne - osserva quindi l'esponente politico di minoranza - perche' non potra' piu' essere posta in votazione la proposta della doppia preferenza di genere. I consiglieri e assessori uscenti temono la concorrenza delle donne e hanno eretto un muro trasversale contro una norma che gia' vige per i comuni. Che sarebbe stata utile una norma che favorisse la democrazia paritaria lo dimostra il fatto che nell'attuale consiglio regionale sono state elette solo tre donne con le preferenze (Sclocco, Veri', Stati), le altre attraverso il 'listino' abolito nei mesi scorsi. La sacrosanta abolizione del 'listino' rendera' ancor piu' monosessuato il consiglio visto che non si e' voluta introdurre la doppia preferenza. Tengo a precisare - ricorda infine Acerbo - che non si tratta di una norma proposta all'ultimo momento perche' il sottoscritto da anni ha depositato una legge sul tema a cui si e' aggiunta di recente quella condivisa con le colleghe Sclocco e Petri".
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