Il Consiglio regionale ha approvato una risoluzione sulle pensioni d'invalidità a difesa dei diritti di centinaia di migliaia di persone che rischiano di perdere il diritto sulla base di un'interpretazione dell'Inps e di recenti sentenze della Corte di Cassazione.La risoluzione proposta dai Consiglieri Maurizio Acerbo (Prc), Antonio Saia (Pdci) e Lucrezio Paolini (IdV), raccoglie l'appello lanciato dalla Fish (Federazione italiana per il superamento dell'handicap) e invita il Parlamento e il Governo a intervenire sul piano legislativo per fare chiarezza. "Ricordiamo - spiega Acerbo - che 850mila persone rischiano di perdere la pensione perchè si vuole imporre che il reddito a cui fare riferimento non sia solo quello individuale, ma che debba essere sommato a quello del coniuge. Attualmente il limite reddituale per ottenere la pensione di 260,27 euro mensili è fissato, per il 2011, a 15.154,24 euro lordi, che scende a 4.470,70 euro lordi per l'assegno agli invalidi civili parziali. Finora si è tenuto conto del reddito personale, ma con la novità giurisprudenziale potrebbero essere revocate le provvidenze (assegni e pensioni, con esclusione dell'indennità di accompagnamento) ai titolari il cui reddito personale, già inferiore ai limiti fissati, sommato a quello del coniuge dovesse invece superare i limiti stessi. In altre parole, con questa pronunzia c'è il rischio più che concreto che l'Inps possa procedere a migliaia di revoche, solo sulla base dei nuovi requisiti di reddito. Si tratterebbe di un olocausto sociale che va assolutamente scongiurato".
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