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Pubblicato il 16/10/2012 18:06

Caccia, Febbo: "lavoro svolto per dare risposte certe"

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L'assessore alla caccia risponde alle accuse di alcune associazioni ambientaliste

 "Negli ultimi giorni si e' assistito ad una campagna denigratoria nei confronti del sottoscritto e del presidente della Regione Gianni Chiodi mistificando la realta' e, cosa ancora piu' grave, strumentalizzando 'personaggi' come Bambi che, nell'immaginario collettivo, richiamano esclusivamente al mondo delle favole molto caro ai bambini". Questa la risposta dell'assessore alla Caccia, Mauro Febbo, in merito alle insinuazioni di alcuni esponenti politici e ambientalisti, dopo l'approvazione del calendario venatorio 2012/2013.

"All'indomani dell'approvazione del nuovo calendario - commenta l'assessore Mauro Febbo - una parte minoritaria di ambientalisti e animalisti hanno cercato insistentemente di rovesciare e screditare il lavoro e il contenuto del calendario realizzato dai tecnici degli uffici regionali seguendo le Linee guida delle normative nazionali ed europee nonche' i dati scientifici forniti dall'ISPRA. Lavoro svolto anche dopo due conferenze di servizi alla presenza delle associazioni venatorie e ambientaliste, organizzazioni agricole e mondo sanitario per accogliere parte delle richieste e delle modifiche apportate. Il lavoro svolto dal sottoscritto, unitamente alla Direzione Caccia, serve per dare risposte certe per una corretta gestione delle popolazioni di ungulati (Cervo, Capriolo e Cinghiale), cosi' che le Province possano, eventualmente, predisporre propri regolamenti".

"Sia chiaro che - rimarca Febbo - ne' l'assessore alla Caccia ne' il Presidente della Regione ne' la Giunta ne' l'intero Consiglio regionale intendono praticare abbattimenti piu' o meno indiscriminati sugli ungulati, benche' meno su cervi e caprioli, attualmente non cacciabili in Abruzzo, ma compito della Regione e' attuare una corretta gestione delle popolazioni selvatiche ai fini di un equilibrato rapporto fra esse e le realta' agrosilvopastorali oltre che con le altre specie selvatiche. Oggi vi e' l'urgenza di un censimento e di uno studio appropriato delle popolazioni di questi animali che notoriamente provocano danni incalcolabili alle coltivazioni, nei boschi, ai coltivatori e, in alcuni casi, come viene segnalato da autorita' forestali e sanitarie, sono anche portatori di malattie che devono essere individuate e aggredite".

"L'Abruzzo - sottolinea Mauro Febbo - non ha inserito nessun prelievo e/o abbattimento di Cervi e Caprioli nel proprio calendario venatorio come si e' cercato e si cerca di far passare. Mi risulta, invece, che in altre Regioni, (si puo' avere copia dei rispettivi calendari venatori), governate da una certa parte politica come Toscana, Marche, Emilia Romagna, Umbria e Puglia dove, a differenza dell'Abruzzo, hanno inserito e regolamentato il prelevamento dei cervi e caprioli. Come mai gli animalisti, il Wwf e i consiglieri Acerbo e Caporale non gridano allo scandalo nei confronti di queste Regioni dove governano? Come mai non richiamano e protestano contro le politiche del presidente Vendola e del presidente Errani? Loro si' che 'sparano a Bambi'!. Quindi e' del tutto evidente che si e' cercato solo di strumentalizzare un argomento per travisare la realta' e montando un enorme falsita' fino a scomodare il mondo delle favole. D'altronde, a riprova del buon lavoro svolto, finanche i gruppi consiliari di opposizione in Regione (PD, IDV e UDC) non hanno cavalcato la strumentalizzazione di una parte politica (animalista e ambientalista) ancora arroccata su posizioni di retroguardia e anacronistiche". "Spero vivamente - conclude Febbo - che quanto appena dichiarato faccia definitivamente chiarezza ristabilendo la verita' dei fatti e documenti alla mano dimostri la volonta' il lavoro svolto dalla Regione Abruzzo. In ultimo mi auguro che venga ritirato il sondaggio avanzato da un prestigioso e autorevole quotidiano regionale che, ne' sono convinto, e' stato informato in maniera erronea e non documentata. Pertanto invito tutti a ripristinare la realta' dei fatti ed a un sereno confronto e non utilizzare piu' certe notizie evitando al tempo stesso di alimentare un triste sensazionalismo".

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