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Pubblicato il 23/10/2013 21:09

Carceri, la Uil Abruzzo interrompe le relazioni con il provveditore

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"Dopo l'ennesima discutibilissima e grave presa di posizione dell'Amministrazione Penitenziaria sulle questioni rigurdanti gli organici di Polizia Penitenziaria e facendo seguito a quelle inerenti le scadenti o per meglio dire, per nulla esistenti relazioni sindacali, la Uil penitenziari nulla ha potuto se non interrompere le relazioni con il provveditore dell'Amministrazione Penitenziaria". Lo afferma in una nota il vice segretario regionale della Uil-Penitenziari Abruzzo, Mauro Nardella. "A distanza di un anno circa dalla manifestazione di protesta che i quadri della Uil hanno tenuto dinanzi i cancelli del provveditorato Pescarese, - ha aggiunto - nulla e' cambiato circa le problematiche afferenti le istituzioni penitenziare abruzzesi se non un palese peggioramento delle relazioni sindacali e dei parametri riguardanti i gia' disastrati organici delle varie sedi abruzzesi. Questa mattina, in occasione dell'incontro avutosi a Pescara, voluto dal provveditore Bruna Bruna Briunetti per cercare di provare a dirimere la problematica sulle nuove e disastrose prese di posizione del DAP in tema di piante organiche e che taglia di ulteriori 100 unita' di Polizia Penitenziaria i deficitari organici di tutte le sedi penitenziarie, la Uil ha dichiarato la sua non piu' volonta' di siedere al tavolo delle contrattazioni se non verranno dapprima risolte le questioni nuove ed arretrate".

Nell'incontro - afferma sempre il sindaclista della Uil-Penitenziari Abruzzo - la Uil ha voluto altresi' sottolineare l'inconsistenza dei provvedimenti richiesti al DAP dal Provveditorato sottostando in maniera quasi inerme ai diktat dei superiori Uffici. La Uil pur avendo interrotto le relazioni vigilera' attentamente sull'evolversi della situazione dicendosi pronta ad intraprendere energiche ed eclatanti manifestazioni di protesta qualora dovessimo assistere ad un procastinarsi della drammatica situazione venutasi a creare e che sta gettando la molteplicita' degli operatori di polizia penitenziaria in un pericoloso baratro.

 

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