"Bloccando il sistema dei comuni sul patto di stabilita' creiamo di fatto una diseconomia sui territori e mettiamo i cittadini in difficolta' perche' mancano i servizi che non riusciamo ad erogare e, al contempo, creiamo un problema alle aziende, le quali effettuano lavori che poi non riusciamo a pagare. Una situazione che diventa piu' grave nei piccoli".
Cosi' Umberto Di Primio, sindaco di Chieti commentando al sito Anci i problemi legati ai vincoli del patto di stabilita' e all'estensione dello stesso alle amministrazioni comprese tra i 1000 ed i 5000 abitanti. Una situazione che ha spinto l'Anci a organizzare il prossimo 21 novembre a Milano una manifestazione per invitare il governo alla riscrittura delle regole per tutti i Comuni e ribadire l'assoluta insostenibilita' e ingestibilita' tecnica dell'estensione del patto ai piccoli comuni e chiedere la sua cancellazione.
Di Primio denuncia anche l'incertezza continua sul livello del patto che costringe i comuni a "fare i salti mortali sulla programmazione per poi ridefinire in corso d'opera".
"Nel mio comune per stare dentro i parametri del patto di stabilita', a fronte dei minori trasferimenti erariali e delle minori entrate, dovro' tagliare molto sui servizi - spiega Di Primio - per questo, ritengo che un 'allargamento delle maglie' del patto sia necessaria.
"Anche il mio comune ha ritardi di pagamento che arrivano a cinque, sei mesi - spiega - e questo a causa della mancanza di liquidita' e di calcoli 'assurdi' ci fanno ricevere da parte del governo un minore trasferimento in ragione della spending review, che poi sono quelle risorse che devo andare a recuperare tagliando altri lavori".
Infine, "gli enti locali sono una risorsa" ma "continuiamo a parlarne come centro di sperpero, quando guardando ai numeri: 13 parlamentari costano quanto tutti i consigli provinciali italiani. Mi sembra - conclude - che siamo 'fuori' sia dei numeri che della politica".
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